Con una lettera aperta indirizzata al sindaco di Catania Salvo Pogliese, la Cgil, la Bottega di Adif, e alcune unità di strada (Valentina e Carmelo “del giovedì”, associazione anonimi, Amore e giustizia Voglio cantare Onlus) si oppongono alla scelta dell’amministratrazione comunale di sgomberare l’area tra Piazza della Repubblica e via Teocrito a Catania.
Nella lettera che è sottoscritta anche da Ofs, Migrantes, Rete antirazzista, Rete restiamoumani incontriamoci Catania, Lila-l’HIve CT, Cobas, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, si segnala che “Ancora una volta il disagio abitativo viene affrontato a colpi di ordinanze di sgombero.
Con l’ordinanza del 17/06/2020 l’Amministrazione comunale ordina lo sgombero dell’area sita tra piazza della repubblica e via Teocrito. Oggetto dell’Ordinanza, un terreno in cui sorgeva un ex parcheggio, che da qualche mese è stato popolato da una ventina di soggetti in evidente stato di fragilità, costretti dalle profonde difficoltà economiche in cui versano a vivere in strada.
«Ancora una volta – si legge nella nota diffusa dalla Cgil di Catania – il disagio degli “ultimi” viene combattuto con ordinanze che non mirano alla risoluzione del problema e non tengono conto dello stato di difficoltà in cui versa chi è costretto a vivere per strada».
«A seguito dell’ordinanza anti bivacco dello scorso anno – prosegue al nota – il sindaco aveva rassicurato la città comunicando che ai senza fissa dimora, sgomberati dal centro storico, sarebbero state fornite alternative abitative dignitose utilizzando il patrimonio confiscato alla mafia. Ma ad oggi quei buoni propositi sembrano lettera morta e non si profila alcuna soluzione abitativa per chi non ha nulla».
«Chiediamo a gran voce, che vengano cercate soluzioni che mettano al centro la persona e la sua dignità. Pretendiamo soluzioni concrete che non nascondano la ‘polvere’ dei bisognosi in altri ghetti dai quali verranno nuovamente cacciati via alla prossima puntata. Chiediamo che si combatta la povertà e non i poveri. Chiediamo inoltre una rete sanitaria ben strutturata, che vada da visite e orientamenti generici a reperimento farmaci, a visite specialistiche con percorsi dedicati, anche e in special modo psicologici»
«Prima di un foglio di carta, che può essere un permesso di soggiorno, un certificato ISEE o un codice fiscale – conclude la nota di Cgil e associazioni – ci sono sempre uomini e donne, non dimentichiamolo».
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