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L’ex sindaca leghista di Monfalcone vieta il gioco del cricket, comunità del Bangladesh sul piede di guerra: “Sta cancellando la nostra storia”

Pubblicato il 6 Settembre 2024

A Monfalcone, in provincia di Gorizia, non è possibile giocare a cricket. Lo ha stabilito l’ex sindaca leghista Anna Maria Cisint, che a quanto pare ha adottato una serie di misure ostili alla comunità bengalese in paese. Cosa c’entra il cricket? Il cricket è lo sport più diffuso in Bangladesh, un po’ come il calcio in Italia, e la sindaca ne ha vietato la pratica. Per questo motivo un gruppo di amici bengalesi è stato costretto a spostarsi e recarsi in un campetto di periferia vicino all’aeroporto di Trieste per evitare una multa che può arrivare addirittura fino a 100 euro.

Niente cricket a Monfalcone, l’incredibile storia

La storia ha avuto una tale eco che è stata addirittura raccontata dalla BBC e vede come protagonista un gruppo di giovani bengalesi, che stavano giocando a cricket nel parco locale sotto gli occhi vigili delle telecamere, di cui evidentemente ignoravano la presenza.

Sul posto sono arrivati i poliziotti locali che hanno multato i ragazzi, rei per l’appunto di aver giocato a cricket nonostante il divieto. Tuttavia qualcuno sostiene che la mossa dell’ex sindaca abbia finalità politiche e infatti lei stessa nel 2016 adottò una serie di misure per proteggere la città e i valori cristiani.

La rivolta della comunità bengalese

A Monfalcone ci sono 30.000 abitanti, di cui 1/3 stranieri e molti dei quali proprio di origine bengalese. Negli anni ’90 un gran numero di bengalesi si trasferì qui per costruire navi da crociera e da allora la comunità ha continuato a crescere.

Sulla questione è intervenuto addirittura Miah Bappy, capitano della squadra di cricket, il quale ha ironicamente sottolineato che se avessero giocato a Monfalcone, la polizia già li avrebbe fermati e multati. “Dicono che il cricket non è per l’Italia – ha rivelato amaramente Bappy – ma ti dico la verità: è perché siamo stranieri”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Meheli, originaria del Bangladesh ma cresciuta in Italia, che ha reagito con queste parole: “Il sindaco pensa che i bengalesi stiano cercando di islamizzare l’Italia, ma noi ci facciamo solo i fatti nostri”.

La replica della Cisint

Monfalcone, come ormai diverse province e città italiane, è una città multirazziale dove si incontrano e convivono varie razze e comunità. Nel paese in provincia di Gorizia sono spuntati diversi ristoranti bengalesi e negozi halal e c’è una pista ciclabile utilizzata principalmente dalle comunità sud asiatiche.

La Cisint, ex sindaco della Lega, già in passato ha adottato misure controverse, come quando rimosse le panchine dalla piazza dove spesso sedevano i bengalesi, quando attaccò le donne musulmane per il loro abbigliamento in spiaggia e quando vietò la preghiera collettiva nei due centri islamici cittadini.

Per quanto riguarda il divieto di giocare a cricket, ha spiegato che non ci sono spazi né fondi per costruire campi di cricket e le palle rappresentano un pericolo. Intervistata anche lei dalla BBC, ha detto che la comunità bengalese non ha apportato nulla alla comunità: “Sono liberi di andare a giocare a cricket ovunque… fuori da Monfalcone” – ha dichiarato la sindaca. Dichiarazioni forti e controverse in seguito alle quali avrebbe anche ricevuto minacce di morte, tant’è che oggi vivrebbe sotto scorta.