Protagonisti di questa estate italiana sono gli scontrini rilasciati da bar e ristoranti, dove spesso viene applicato un sovrapprezzo per servizi extra non sempre ben accetto dai clienti. Uno dei casi più eclatanti è quello reso noto da Selvaggia Lucarelli, che ha pubblicato sui social uno scontrino dove il ristorante ha applicato un sovrapprezzo di 2 euro per aver portato un piatto in più, richiesto da una mamma per far assaggiare le trofie alla figlia.
La giornalista ha condiviso anche il nome dell’osteria, chiamata Del Cavolo, che si trova a Finalborgo, frazione di Finale Ligure, che in questi giorni è stata presa di mira da molti utenti.
Gli utenti si sono adirati poiché nello scontrino era già compreso il prezzo del coperto, cioè 7,5 euro (2,5 euro a testa), quindi secondo loro il sovrapprezzo per il piattino non era dovuto.
Inoltre, come hanno sottolineato alcuni utenti, il prezzo di 18 euro per un piatto di trofie al pesto era piuttosto alto, quindi la richiesta di pagare 2 euro in più per un piatto è stata considerata fuori luogo.
La replica dell’osteria non si è fatta attendere, anzi il proprietario ha risposto punto su punto per smontare tutte le accuse. “Non si tratta di un piattino ma di una porzione aggiuntiva per una persona in più” – ha precisato il titolare del ristorante, spiegando che il pagamento del piattino condivisione non è una truffa, ma una pratica commerciale piuttosto comune che tiene conto dei costi del servizio e delle risorse impiegate.
Il titolare ha poi aggiunto: “Se una persona chiede un piatto da dividere in due o tre persone, noi dobbiamo usare più stoviglie, più posate, più tovaglioli, più tempo e più personale, questo comporta un costo aggiuntivo che viene segnalato nel menù e nello scontrino”. In effetti lo stesso concetto, più o meno, è stato applicato in un bar del comasco dove il titolare ha fatto pagare 2 euro in più a dei clienti per aver chiesto di dividere un toast a metà.
Infine il titolare ha spiegato che il prezzo considerato alto di un piatto di trofie al pesto è più che giustificato dagli ingredienti utilizzati di ottima qualità e dalla preparazione artigianale della pasta.
La questione ha scomodato addirittura Giovanni Toti, presidente della Liguria, che ha condiviso lo scontrino sul suo profilo social per poi commentare con queste parole: “Questo è lo scontrino del ristorante ligure in cui vengono addebitati 2€ per un piattino in più per condividere una porzione di trofie al pesto.
Non voglio difendere il ristoratore perché ritengo quell’extra sbagliato, voglio difendere però i tanti ristoratori che ogni giorno lavorano seriamente in Liguria, offrendo un grande servizio a cittadini e turisti grazie alle nostre eccellenze enogastronomiche.
Ristorazione che peraltro, oltre a creare migliaia di posti di lavoro, continua a crescere in qualità, con tanti giovani chef in ascesa che negli ultimi anni si sono conquistati importanti riconoscimenti”.
Ha concluso invitando a non generalizzare e plaudendo alla Liguria come regione a forte vocazione turistica: “Non facciamo quindi di tutta l’erba un fascio per qualche situazione spiacevole che succede qui come altrove. La Liguria chiusa e contro i turisti non esiste più: siamo una regione aperta e ospitale e i numeri lo dimostrano, essendo la meta più ambita dell’estate 2023 in Italia. E vogliamo continuare su questa strada. La torta di riso non finirà più!”.
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