Pubblicato il 19 Aprile 2024
Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, morto nel settembre del 2023, la giustizia non si ferma e prosegue la sua caccia all’ultimo importante boss della mafia rimasto ancora a piede libero e legato alla fase stragista. Si tratta di Giovanni Motisi, di cui non si hanno notizie dal 1988, inserito nell’Elenco dei latitanti di massima pericolosità del programma speciale di ricerca del Ministero dell’Interno.
Un nuovo alleato per la giustizia
Da 36 anni la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo è a caccia del pericoloso latitante e non si è mai arresa, anzi, oggi può contare sulle moderne e tecnologiche strumentazioni dell’Intelligenza Artificiale che è riuscita a ricostruire virtualmente il volto di Giovanni Motisi.
Sono state riprese vecchie foto del boss risalenti alla fine degli anni ’80 e attualizzate ai giorni d’oggi. É stata utilizzata la tecnica dell’age progession, che rielaborata i tratti somatici del boss per poi attualizzarli in base alla sua età. In pratica si genera un invecchiamento fisionomico progressivo, partendo dai tratti somatici e dai profili antropometrici della famiglia del latitante.
Una tecnica davvero innovativa che ha permesso di stilare vari identikit che rielaborano tutte le possibili variazioni di Motisi. Le forze dell’ordine hanno quindi più possibilità di individuare il pericoloso latitante, ma anche i cittadini possono avvisare il Servizio centrale operativo e la Squadra Mobile di Palermo se dovessero avvistare il boss.
Chi è Giovanni Motisi
Motisi, condannato all’ergastolo con sentenze definitive, è accusato di una serie di efferati crimini che vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso all’omicidio, dalla strage al porto e alla detenzione abusiva di armi da guerra fino all’incendio doloso e all’estorsione.
Inizialmente era pasticciere, ma poi iniziò la sua carriera da malavitoso fino a diventare un membro di spicco della cosiddetta ala stragista di Costa Nostra, agendo spesso in prima persona. Tra gli omicidi più famosi spiccano quello del vice questore aggiunto Antonino Cassarà e quello dell’agente di scorta Roberto Antiochia.