Pubblicato il 16 Novembre 2024
Una donna di 40 anni, madre di 3 figli, si lamentava da tempo del suo aspetto fisico e dei suoi chili di troppo, così il marito decide di regalarle una liposuzione. Dopo l’operazione la donna perde circa 50 kg, e si sente finalmente libera e bella nel suo nuovo corpo. L’improvviso cambiamento però non piace al marito, che diventa geloso e teme che altri uomini possano avvicinarsi a lei, così iniziano le aggressioni e le violenze già da quando la donna è in clinica.
La reazione della figlia di 10 anni
L’uomo inizia a esercitare violenze fisiche e psicologiche nei confronti della donna, e neanche la presenza dei figli, uno dei quali affetto dalla sindrome di Asperger, lo frena. Al culmine di una furiosa lite la figlia di 10 anni prende una forchetta e la pianta nella mano del padre e la moglie si convince a denunciare il marito, che viene poi arrestato. Incubo finito? Tutt’altro, per la donna e i suoi tre figli inizia un lungo calvario che non ha avuto ancora fine.
La casa vuota e l’allontanamento dei figli
Come riferito dal Corriere della Sera, l’uomo è stato condannato a 4 anni e 3 mesi e attualmente si trova agli arresti domiciliari. Alla donna viene assegnata una casa coniugale, insieme ad un tutore, uno psicologo e l’accompagnamento dei servizi sociali. Però, una volta entrata nella nuova casa, la donna scopre che è totalmente vuota, senza mobili, vestiti, luce e acqua.
Inizia così l’iter per attivare le utenze, operazione che si rivela lunga e dispendiosa. Per ben 10 mesi la famiglia deve fare a meno dell’acqua ed è costretta a lavarsi con secchi e bottiglie d’acqua, mentre cucinare è praticamente impossibile. Intanto l’ex cambia domicilio tre volte e in qualche occasione incrocia anche la sua ex moglie.
Subentrano poi ancora altri problemi: i due figli minorenni vengono allontanati dalla madre e affidati ad una casa famiglia, mentre il ragazzo affetto da Asperger viene bocciato a causa delle numerose assenze.
La rabbia dell’avvocato
L’avvocato della donna punta il dito contro la scarsa tempestività di chi doveva tutelare lei e i suoi figli. “Se dieci mesi fa chi di dovere avesse seguito la norma del codice rosso – tuona l’avvocato – ora non ci troveremo in una situazione dove una donna che ha subito violenze e maltrattamenti e rischiato la vita con continue umiliazioni, rischia anche di perdere i figli. Sentirla dire che a questo punto era meglio subire le violenze in silenzio – ha concluso il legale – è il fallimento delle istituzioni”.