Lobotka: “Qui a Napoli le regole sulla precedenza non valgono, passa chi arriva prima”

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Stanislav Lobotka, centrocampista del Napoli, è stato uno dei principali artefici dello scudetto azzurro atteso ben 33 anni. Il calciatore, in un’intervista rilasciata a Forbes lo scorso giugno, ha parlato di Napoli città, dei napoletani e ovviamente dello scudetto.

“La precedenza? Non esiste”

Il centrocampista in particolare si è soffermato su alcune peculiarità della città e soprattutto sul modo di guidare dei napoletani abbastanza “creativo”: “Devo ancora abituarmi al modo in cui guidano lì. Napoli o ti piace o non ti piace, non c’è via di mezzo. Ma da come guidano, non ho visto un incidente stradale grave lì. Gli viene insegnato così, a loro non si applicano le regole come dare la precedenza a destra: va chi arriva prima”.

“Appuntamenti? Non esistono orari”

Un’altra caratteristica dei napoletani che ha sorpreso Lobotka è l’orario piuttosto tollerante con il quale si danno gli appuntamenti. “Quando ci si incontra alle 5 – ha spiegato lo slovacco – bisogna chiedere se è l’ora normale o l’ora napoletana. Ci vogliono dai dieci ai quindici minuti. Ci sono abituato, solo che a volte me lo dimentico. Sono pronto alle cinque e scrivo: come va? Hanno tempo, non hanno fretta, non sono stressati”.

Le scaramanzie

Ovviamente al centrocampista sono state poste domande sulle scaramanzie e non poteva essere altrimenti, considerando l’aura superstiziosa che aleggia sulla città partenopea.

Lobotka ne ha raccontata una che l’ha particolarmente colpito: “Ad esempio, quando passi a qualcuno la saliera devi prima metterla sul tavolo e poi lasciare che qualcun altro possa prenderla. Non si passa di mano in mano, porta sfortuna. Me lo fece notare un amico una volta quando gli dissi di passarmela normalmente”.

Lobotka e lo scudetto

Chiaramente non poteva mancare una domanda sullo scudetto, un vero evento in città che è stata festeggiato a lungo. “Ce l’abbiamo fatta, ma non so se siamo stati i migliori – ha spiegato il centrocampista – siamo stati anche fortunati, alcune squadre forti hanno vacillato. Se vuoi diventare un maestro devi avere anche un po’ di fortuna”.

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Redazione Nazionale

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