Pubblicato il 16 Novembre 2021
Sulla possibilità di intervenire con una stretta sul Green pass, Lopalco suggerisce che “si potrebbe limitare la validità certificato, ovvero: lo si rilascia solo se o si è avuta l’infezione naturale, quindi se si è guariti dal Covid, o se si è vaccinati o se si ha una esenzione medica. Evitiamo quindi di fare un tampone per il Green pass ogni tre giorni. Già questo significherebbe che nel mio luogo di lavoro mi ritrovo un collega non vaccinato. Io penso che questo sarebbe ancora una volta aumentare il livello di incentivo a vaccinarsi”.
Al cenone di Natale un invito solo per i vaccinati. Il suggerimento arriva dall’epidemiologo Pierluigi Lopalco, assessore alla Sanità della Puglia che tre giorni fa ha presentato le sue dimissioni. Emiliano gli ha chiesto di ripensarci e intanto Lopalco, designato dopo essere stato a capo della task force anti Covid della Regione durante la prima ondata, continua a esprimersi da uomo di scienza ed esperto della pandemia.
“Quasi tutte le vaccinazioni prevedono un ciclo primario di immunizzazione, con una o più dosi, e uno o più richiami a distanza di tempo” e “fino a che il sistema immunitario riconosce l’infezione virale e attiva le sue difese, passa qualche giorno ed il virus riesce comunque a moltiplicarsi nel nostro organismo e, di conseguenza, a diffondersi. Poi viene comunque bloccato ed il danno all’organismo si limita al minimo. Ad averne la peggio possono essere i più deboli che ci mettono più tempo a montare le difese o che, per motivi diversi, anche con un attacco più blando del virus possono comunque ricevere danni importanti all’organismo. Ecco perché il richiamo vaccinale è importante”, scrive su Facebook.
“I dati raccolti – spiega – finora ci dimostrano che dopo il ciclo primario di vaccinazione con i vaccini anti-Covid-19 la protezione dura a lungo. Dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, la protezione contro la forma grave di malattia in tutti i vaccinati è ancora vicina al 90%. Cala invece la protezione contro l’infezione, che al momento sembra attestarsi fra il 50% ed il 60%”. Quindi, “soprattutto in questa fase della pandemia, quando la circolazione del virus tende ad aumentare” è “necessario alzare muri sempre più resistenti contro la sua diffusione”.
“Dopo il richiamo vaccinale, infatti, la risposta immunitaria dopo l’incontro con il virus è immediata – conclude – e quindi anche la protezione contro l’infezione arriva ai livelli più alti. Lo dobbiamo fare per proteggere quei pochi sfortunati che, nonostante la vaccinazione, potrebbero avere serie conseguenze dall’infezione. Ma dobbiamo farlo anche per coloro che sono caduti vittima della folle propaganda no-vax”.
Sul tema l’epidemiologo è tornato anche come ospite a ‘TimeLine’ su SkyTg24. Per aumentare le vaccinazioni anti-Covid “esiste anche un altro modo a cui stiamo ricorrendo poco, ovvero quello del sentimento sociale: io a casa mia a cena un mio conoscente o un mio amico non vaccinato non lo invito. Se tutti quanti cominciassimo a dire che se non sei vaccinato al cenone di Natale non ci vieni, credo che qualche altra vaccinazione si recupererà”.
Sulla possibilità di intervenire con una stretta sul Green pass, Lopalco suggerisce che “si potrebbe limitare la validità certificato, ovvero: lo si rilascia solo se o si è avuta l’infezione naturale, quindi se si è guariti dal Covid, o se si è vaccinati o se si ha una esenzione medica. Evitiamo quindi di fare un tampone per il Green pass ogni 3 giorni. Già questo significherebbe che nel mio luogo di lavoro mi ritrovo un collega non vaccinato. Io penso che questo sarebbe ancora una volta aumentare il livello di incentivo a vaccinarsi”.