Le forze speciali dell’esercito israeliano sono riuscite a liberare 4 ostaggi in mano ad Hamas, tra i quali anche Noa Argamani, la ragazza portata via in lacrime dai terroristi e diventata il simbolo di quel tragico 7 ottobre. Se da un lato 4 vite sono state tratte in salvo, d’altro lato il blitz israeliano ha inasprito ancora di più la posizione di Hamas, che ha ordinato ai suoi uomini di sparare sugli ostaggi se avessero il sentore di un altro blitz delle forze israeliane.
Secondo quanto riportato dal New York Times, il crudele ordine di Hamas avrebbe almeno due motivazioni: in primis trattenere gli ostaggi, che al momento rappresentano l’unica merce di scambio per arrivare a una pace vantaggiosa, in secundis indebolire la posizione di Netanyahu, contro il quale monta la protesta interna dei familiari degli ostaggi, e costringerlo ad una pace favorevole per i terroristi. Intanto da segnalare le dimissioni di Benny Gantz, ormai ex membro del gabinetto di guerra che ha lasciato l’esecutivo poiché mancherebbe un piano per il dopoguerra.
La posizione di Netanyahu al momento sembra comunque solida, poiché ha ancora la maggioranza alla Knesset, ma ora dovrà chiedere l’appoggio dell’estrema destra religiosa, da sempre contraria a qualsiasi accordo con Hamas e anzi intenzionata ad allargare le operazioni anche in Libano.
Intanto gli Stati Uniti starebbero pensando di concludere con Hamas un accordo separato da Israele per la liberazione di 5 ostaggi americani rapiti lo scorso 7 ottobre: Edan Alexander, Sagui Dekel-Chen, Hersh Goldberg-Polin, Omer Neutra e Keith Siegel. Secondo la Nbc News l’amministrazione Biden starebbe valutando questa ipotesi se anche i prossimi negoziati dovessero concludersi con un nulla di fatto.
Non è chiaro cosa potrebbero offrire gli Stati Uniti, ma Hamas valuterebbe positivamente un accordo con l’amministrazione Biden, che aumenterebbe le tensioni crescenti tra Tel Aviv e Washington. Tali eventuali trattative sarebbero portate avanti da mediatori del Qatar. Intanto Blinken è tornato in Medio Oriente per trovare un accordo per il cessate il fuoco e oggi è atterrato in Egitto per incontrare il presidente Abdel Fattah al-Sisi per poi spostarsi in Israele.
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