Pubblicato il 30 Marzo 2024
Pochi giorni fa suscitò molto scalpore la decisione dell’istituto Iqbal Masik di Pioltello di chiudere la scuola, considerando che quasi metà degli studenti era musulmano e che quindi si sarebbe assentato per quel periodo. Una decisione che ha fatto infuriare prima Salvini e poi Valditara, che in un post criticato sia per la grammatica che per il contenuto ha invitato a organizzare classi a maggioranza di studenti italiani.
Adesso però rischia di scoppiare un caso simile a Siena, dove il rettore Tomaso Montanari ha deciso di chiudere l’Università per stranieri di Siena e di sospendere le attività il 10 aprile, quando cade la festa della fine del Ramadan. Per la “par condicio”, il rettore ha annunciato che chiuderà l’università anche l’11 ottobre, in occasione dello Yom Kippur (giorno santo ebraico che celebra il Giorno dell’espiazione), a un anno dalla terribile strage del 7 ottobre perpetrata da Hamas nei confronti di centinaia di ebrei innocenti.
Le parole del rettore dell’Università di Siena
Nel provvedimento emanato da Montanari si legge che l’ateneo è chiamato a promuovere e favorire la diffusione del multiculturalismo e del plurilinguismo, così come indicato dalle istituzioni europee e dall’ONU. Ha poi aggiunto che chiudere l’università è un gesto simbolico per manifestare solidarietà al popolo palestinese di Gaza, intrappolato in città dove scarseggia ormai di tutto: acqua, cibo e medicinali.
Montanari ha poi puntato il dito contro l’Occidente, considerato complice del massacro di Gaza. Ha poi ricordato che, benché riconoscere una festa religiosa possa essere considerato un gesto parziale e imperfetto, in Italia si sospendono le lezioni anche per l’Immacolata Concezione di Maria e per l’Epifania del Signore.
Montanari ha quindi ritenuto necessario mandare un segnale forte di amicizia, solidarietà e condivisione a una comunità terribilmente colpita in questo 2024, come appunto quella palestinese.