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Lutto alla Rai, si è spento il giornalista Amedeo Ricucci

Amedeo Ricucci si è spento a causa di un tumore al fegato contro il quale combatteva da tre anni.

Pubblicato il 11 Luglio 2022

Un nuovo lutto, questa volta nel mondo del giornalismo nazionale. Si è spento infatti a soli 63 anni il giornalista e reporter della Rai Amedeo Ricucci.

Il suo lavoro e il sequestro in Siria

Ricucci era nato a Cosenza nel 1958 e si trova in un albergo a Reggio Calabria mentre stava realizzando uno speciale sulla Ndrangheta che sarebbe andato in onda per Speciale Tg1 quando improvvisamente si è accasciato al suolo a causa di un malore. Il suo decesso è avvenuto dopo tre anni di lotta contro un tumore al fegato. Negli anni aveva seguito diversi conflitti, come quello in Somalia con la compianta Ilaria Alpi e Miran Rovatin, che si concluse con la morte della giornalista del Tg3 e del suo cameraman nel 1994, e quello in Siria, durante il quale fu sequestrato assieme ai colleghi Elio Colpavolpe, Susan Dabbous e Andrea Vignali. La liberazione avvenne 11 giorni dopo del sequestro.

La carriera e le dediche dei colleghi

L’arrivo di Ricucci in Rai avvenne nel 1993 e agli inizi ebbe i ruoli di inviato speciale per i programmi televisivi Professione Reporter e Mixer e come reporter per il Tg1. Nel corso della sua carriera ebbe un grande risalto il sequestro in Siria nel 2013 da parte del gruppo armato jihadista Fronte al Nusra, che in quei giorni era passato all’Isis. Oltre a questo trovano spazi anche i premi ricevuti, sia nazionali che internazionali, come il Premio Javier Valdez e La Schiena Dritta, dedicato a Carlo Azeglio Ciampi. Tra i colleghi che gli stanno dedicando un messaggio ci sono Gionmaria Monti, autore di Rai Tre, e Cinzia Fiorato, altra giornalista della Rai. Monti ha scritto: “Se n’è andato un amico, Amedeo Ricucci: un grande inviato di guerra che ha rischiato spesso la vita per raccontare gli orrori. Qualche mese fa gli ho chiesto di intervenire in trasmissione sulla guerra e mi ha detto no, Gio. Non mi piace la piega che sta prendendo la discussione sull’Ucraina in Italia. Non è per voi, anzi. Ma sento troppa gente in giro parlare senza cognizione. La tua saggezza, la tua ironia, il tuo coraggio…. Ciao Amedeo”. La Fiorato ha invece pubblicato questo messaggio: “Sei stato sul campo fino all’ultimo minuto della tua vita. Sei un esempio di giornalismo vero, approfondito, preparato, competente. Hai dedicato la vita a raccontare i conflitti e le guerre, con una grande capacità di analisi e un pensiero critico tipico di chi sa quello che dice e racconta quello che sa. Oggi la pessima, orribile e inaccettabile notizia della tua scomparsa mi riempie di tristezza, per la persona che sei, per il giornalismo che rappresenti e anche per l’amico, disponibile, sempre. Ti voglio tanto bene, non ti dimentico”.