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Il M5S continua a perdere pezzi: addio anche di Crippa e D’Incà

Pubblicato il 30 Luglio 2022

La diaspora all’interno del M5S, iniziata con l’addio di Di Maio che ha formato il nuovo gruppo “Insieme per il futuro”, continua come confermano altri due addii eccellenti: Davide Crippa e Federico D’Incà. Le frizioni all’interno dei Cinque Stelle si sono rivelate fatali non solo per il Governo Draghi, che ormai appartiene già al passato, ma per lo stesso Movimento.

Le motivazioni di Davide Crippa: “Il Movimento è diventato estremista e barricadiero”

“Dopo 14 anni di attivismo politico – spiega l’ormai ex capogruppo M5S all’Agi – mi vedo costretto a lasciare il M5S, un gesto sofferto ma meditato a lungo”.

Crippa lascia intendere che le ultime mosse del Movimento, ritenute troppo rigide e drastiche, hanno inciso sulla sua scelta finale: “I vertici hanno scelto la strada della rottura su tutti i fronti, anteponendo interessi particolari a quello generale del paese, attraversato da una crisi senza precedenti che va avanti da giorni.

Non comprendo più il progetto politico del M5S troppo instabile, troppo volubile e spesso contraddittorio che ha fatto perdere di vista al Movimento gli obiettivi iniziali.

Non ho mai nascosto la mia divergenza con i vertici sulla gestione del mancato voto di fiducia al Governo che ha aperto una crisi cavalcata dal centrodestra per scopi elettorali.

L’ex capogruppo M5S alla Camera riavvolge il nastro della memoria e con un filo di nostalgia ripercorre i suoi 14 anni: “Il M5S si è evoluto tantissimo fino a diventare partito, riuscendo ad introdurre riforme epocali come il taglio dei Parlamentari e il reddito di cittadinanza.

Il Movimento però – conclude Crippa – è tornato indietro recuperando un’idea di politica estremista e barricadiera, dimenticando il lavoro che tutti hanno svolto e che abbiamo portato avanti per sostenere l’azione di ben 3 governi”.

L’addio di D’Incà: “Divergenze insanabili”

D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha detto addio al Movimento per gli stessi motivi come spiega in una nota: “Ho riflettuto molto in questi giorni sulle conseguenze della caduta del Governo Draghi e non posso che prendere atto delle insanabili divergenze tra il mio percorso e quello assunto nelle ultime settimane dal M5S che oggi lascio”.

D’Incà non ha quindi digerito il mancato appoggio al Governo Draghi: “Avevo spiegato a quali rischi avremmo esposto il paese in caso di un non voto di fiducia nei confronti del Governo Draghi. Una decisione secondo me irresponsabile che non ho condiviso e che ho cercato di evitare fino alla fine, con la speranza che prevalesse una maggiore ragionevolezza.

Dopo 12 anni – conclude D’Incà- lascio con profondo rammarico e dolore personale il M5S, le nostre strade non sono più sovrapponibili. Il solco scavato in questi ultimi mesi non mi consente di proseguire in questa esperienza, per coerenza con le idee e con i valori che ho portato avanti a livello nazionale e locale e che intendo continuare a sostenere”.