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Mafia, don Cozzi: “Non sono il difensore d’ufficio di Brusca”

Pubblicato il 3 Ottobre 2024

Non c’è stata nessuna difesa d’ufficio, ma solo un tentativo di comprensione, senza dimenticare mai il dolore delle vittime innocenti di mafia”.

Il sacerdote Don Marcello Cozzi, noto per le sue coraggiose battaglie antimafia, si è dissociato dalle polemiche scatenate dalla decisione del sindaco di San Giuseppe Jato (Palermo) di presentare in paese il libro sull’ex boss Giovanni Brusca.
In tanti hanno criticato l’iniziativa sostenendo che sarebbe stato un modo per dare voce a un uomo che si è macchiato di crimini imperdonabili come l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo e come la strage di Capaci.
“Negli anni ho incontrato molti pentiti – spiega don Cozzi – e sempre con l’unico fine di capire.

Non sono il portavoce di nessuno. Ho solo raccolto l’inferno che si porta dentro una persona che ha fatto scelte tanto crudeli senza giudicare e certo senza giustificare”.
“Comprendo quel che vivono i familiari delle vittime e li rispetto. Davanti al loro dolore e alle loro reazioni possono solo stare in silenzio – ha spiegato – ma io rivendico il diritto di pensare che ascoltare il dolore di Abele non mi impedisca di parlare con Caino. Di certo però non cerco impossibili riconciliazioni”.