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Mafia, traffico di droga e corruzione: 31 persone arrestate in Sardegna dai carabinieri

Pubblicato il 27 Settembre 2023

Intimidazioni, favori anche a livello istituzionale e traffico di droga. Un’associazione di tipo mafioso che, secondo l’accusa, sarebbe anche arrivata a garantire gli aiuti per permettere la latitanza dell’ex primula rossa Graziano Mesina. Queste sono una parte delle accuse mosse alle 31 persone arrestate questa mattina dai carabinieri, che hanno eseguito l’ordinanza cautelare – emessa dal tribunale di Cagliari – su richiesta della Procura distrettuale Antimafia. Un’operazione che ha permesso di mettere alla luce i legami tra il mondo dei colletti bianchi, il banditismo e il mondo degli stupefacenti. Tra le persone finite in carcere ci sono nomi conosciuti: Gabriella Murgia, ex assessore regionale all’Agricoltura, Tomaso Cocco, direttore del reparto di terapia del dolore dell’ospedale Binaghi e – ciliegina sulla torta – Nicolò Cossu, conosciuto con il soprannome di “Cioccolato”, implicato in famosi sequestri accaduti in Sardegna, come quello di Checchi, Licheri e Vinci. L’uomo, secondo i carabinieri, sarebbe l’organizzatore e il promotore dell’associazione, insieme a Tonino Crissantu, parente di Graziano Mesina. Insieme a loro, altre nove persone sono finite in cella: Alessandro Rocca, Paolo Murgia, Desiderio Mulas, Antonio Giuseppe Mesina, Giovanni Mercurio, Battista Mele, Mario Antonio Floris, Vincenzo Deidda e Alessandra  Arca. Oltre alle diciotto finite agli arresti domiciliari.

Traffico di droga

Secondo quanto accertato dagli investigatori dei carabinieri, la banda si finanziava attraverso il traffico di sostanze stupefacenti. In particolare con l’importazione di grosse quantità di cocaina dalla Penisola e l’esportazione di chili e chili di marijuana che veniva coltivata in Sardegna. Per poi essere venduta soprattutto in Lombardia e in Piemonte. L’indagine, che ha avuto inizio nel gennaio del 2020, in questi anni ha permesso di acquisire diversi elementi sulle numerose attività messe in piedi dall’associazione. La principale, secondo gli inquirenti, era quella di avere il sostegno – in caso di necessità – di tutti i componenti della banda per ottenere vantaggi, anche all’interno dell’amministrazione regionale. Secondo le indagini condotte dai carabinieri dei Ros alcuni soggetti della banda hanno anche interferito in alcune decisioni prese dall’amministrazione regionale. In particolare nei settori della sanità e dell’agricoltura. Oltre ad aver favorito la latitanza dell’ex primula rossa Graziano Mesina, arrestato dai carabinieri il 18 dicembre del 2021. Durante le indagini sono state sequestrate ingenti quantità di denaro, oltre che 130 chili di marijuana.