Pubblicato il 28 Gennaio 2022
Lo scorso 18 gennaio un 63enne avrebbe dovuto sottoporsi nell’ospedale Dimiccoli di Barletta alla prima visita oncologica dopo un intervento per un carcinoma ma – secondo quanto riferisce sua moglie, la 61enne Immacolata Iglio – gli è stato impedito di entrare perché non era vaccinato.
Lo scorso 18 gennaio un 63enne avrebbe dovuto sottoporsi nell’ospedale Dimiccoli di Barletta alla prima visita oncologica dopo un intervento per un carcinoma ma – secondo quanto riferisce sua moglie, la 61enne Immacolata Iglio – gli è stato impedito di entrare perché non era vaccinato. Inoltre, aggiunge la donna, quando ha chiesto di essere sottoposto a tampone gli è stato risposto di andare a farlo in farmacia.
I due coniugi non sono vaccinati – spiegano – a causa delle patologie di cui soffrono, e la donna avrebbe anche una esenzione. “Non siamo no vax – evidenzia Immacolata – se potessimo ci vaccineremmo. I nostri figli sono vaccinati, con tutte e tre le dosi, e mia madre di 90 anni è vaccinata, semplicemente non possiamo vaccinarci per le nostre patologie”.
“Ci siamo sentiti discriminati e anche umiliati e quel che è peggio – prosegue la donna – è che mio marito sta ritardando nelle cure a cui dovrà sottoporsi”. In Puglia, secondo la circolare regionale 131 del 6 gennaio 2022, per sottoporsi ad esami e visite, non in urgenza, presso ospedali e strutture sanitarie, il paziente e l’eventuale accompagnatore devono essere in possesso del super green pass o, in alternativa, devono aver effettuato un tampone nelle 48 ore precedenti.
“La notizia del mancato accesso di un paziente nell’ospedale di Barletta non ci consente di conoscere il dettaglio di quanto accaduto. Nomineremo immediatamente una commissione interna per capire cosa sia successo, perché è apparentemente contrario rispetto a quanto disposto sia a livello regionale che aziendale”. Lo dichiara in una nota Alessandro Delle Donne, commissario straordinario della Asl Bt, con riferimento alla denuncia”.
“Le disposizioni sono chiare a tutti e anche da tempo. Abbiamo garantito da sempre e a tutti accesso alle cure anche a chi, per ragione diverse, non ha potuto ottenere il green pass” dice Delle Donne, spiegando che “quando accade che i pazienti non sono in possesso di green pass procediamo con il tampone internamente. Questo per assicurare la massima sicurezza a pazienti e operatori.”
“E questo è accaduto più volte anche per pazienti afferenti alla unità operativa di Oncologia. In questo caso stiamo cercando di capire quanto accaduto perché è davvero lontano dalla prassi. L’attenzione della unità operativa di Oncologia è massima – conclude – e lo è stata anche nei periodi di più elevata difficoltà operativa. L’attività non si è mai fermata”.