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Maltrattamenti in famiglia. Picchia la compagna e urina sul figlio neonato, condannato a 6 anni

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Dopo gli episodi delle settimane e dei mesi scorsi, ancora una triste ed inquietante storia di maltrattamenti in famiglia. Il convivente di una donna è stato condannato a sei anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia, appunto, e lesioni aggravate dalla gravidanza della vittima. L’uomo, un 28enne originario di Nardò, è stato giudicato per una serie di episodi di violenza iniziati nel maggio 2019. In uno di questi, il condannato ha fatto cadere la donna con uno sgambetto e l’ha poi colpita ripetutamente, anche dopo che lei lo aveva implorato di smetterla perché sospettava di essere incinta. Lui, di tutta risposta, aveva continuato a minacciarla, anche con frasi del tipo: “Anche se sei incinta, ti faccio a pezzi e ti brucio nel forno”. Dopo l’aggressione la donna, ricoverata in ospedale, ha scoperto di avere fratture alla tibia e al perone ed ha avuto la conferma di essere incinta. Nonostante ciò, le violenze non sono mai cessate e la donna ha subito ulteriori abusi, umiliazioni e minacce, anche davanti al figlio minore nato da una precedente relazione.

Maltrattamenti in famiglia, la decisione del giudice

Durante l’estate del 2019, inoltre, l’uomo le ha lanciato delle mozzarelle bollenti addosso, causandole ustioni, e l’ha minacciata con delle forbici affinché abortisse. Non avendo un posto dove andare, la donna ha cercato di fuggire più volte, dormendo in un rimorchio di trattore o in auto, con mezzi di fortuna. Anche dopo la nascita del loro bambino, l’uomo non ha smesso con i maltrattamenti in famiglia, anzi. L’orco ha continuato ad abusare della compagna, arrivando persino a urinare su di lei e sul neonato. La giudice Maria Francesca Mariano ha inflitto il massimo della pena prevista, non riconoscendo attenuanti generiche per la crudeltà delle condotte. Il risarcimento del danno pagato dall’imputato è stato considerato un atto dovuto e non ha influito sulla pena. L’uomo, agli arresti domiciliari dal marzo 2023, ha la possibilità di proporre appello attraverso il suo avvocato Pasquale Morleo.

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Carmelo Dimitri

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