Il proprietario del bar “Le Ciaccole 2.0”, nel chiostro della biblioteca civile i Pordenone, ha affisso sul salvadanaio sul bancone del locale un cartello con la scritta “Mance per le gnocche”, uno slogan goliardico per convincere gli avventori a lasciare delle mance.
Iniziativa che ha suscitato molte polemiche, ma il titolare Antonio Mazzucchin respinge al mittente le accuse di sessismo che gli sono piovute addosso dai social.
Mazzucchin ci ha tenuto a precisare che l’iniziativa è finalizzata a raccogliere fondi per un’associazione locale che si occupa di teatro di strada, cosa che fa ormai da diversi anni, alla quale ha destinato già 1.500 euro.
Una cliente in particolare però non ha gradito quello slogan goliardico, che lei ha ritenuto offensivo e sessista, e lo ha fatto presente non solo al locale, ma anche sulla pagina social del bar scatenando un vero terremoto.
Come ha spiegato il proprietario il tuo intento non era affatto sessista, anzi, ha precisato al Gazzettino che l’idea è nata proprio da una sua dipendente: “Quello che ho fatto è stato interpretato come una minaccia al femminismo, in realtà si tratta di un’iniziativa mossa da uno scopo benefico. L’idea di scrivere quella frase arriva da una delle mie cameriere con la simpatica speranza di raccogliere più mance da destinare a un’associazione del territorio. È cosa che faccio da almeno cinque anni, destinando almeno 1500 euro. Quest’anno però non sono riuscito a raggiungere il tetto che mi ero prefissato, allora ho proposto alle ragazze che lavorano qui di inventarsi un modo per raccogliere più soldi. Non ci siamo ancora riusciti, ma ci stiamo lavorando”.
La cliente ha espresso il suo malcontento anche sulla pagina social de “Le Ciaccole 2.0”, scatenando una serie di commenti negativi che stanno infangando l’immagine del bar.
Una vicenda che, per certi versi, ricorda quella di Giovanna Pedretti, ristoratrice suicida per gli insulti ricevuti dopo una presunta recensione falsa che avrebbe scritto proprio lei.
Mazzucchin ha minacciato che, se dovessero continuare ad arrivare insulti e offese, passerebbe alla denuncia: “È chiaro che se si va avanti così, arriva la denuncia per diffamazione, perché mi rovinano l’immagine di questo bar. Ho sei dipendenti, lavoriamo bene con un giro di clientela che va dai ragazzi che frequentano la biblioteca ad avvocati e notai che lavorano in zona. Ogni volta che creo un’iniziativa, c’è sempre qualcuno che attacca”.
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