Pubblicato il 27 Luglio 2020
Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Mantova, ha dato esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale, emessa dal Tribunale di Brescia – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione – a carico di noto imprenditore mantovano attivo nel campo della ristorazione, del commercio degli autoveicoli nonché nel settore immobiliare.
Il provvedimento trae origine dalla vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto l’imprenditore nell’anno 2017 quando veniva tratto in arresto per il delitto di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di truffa e tributari.
Successivamente a tale vicenda le Fiamme Gialle di Mantova intraprendevano complessi accertamenti economico-finanziari corroborati anche dalle risultanze delle indagini riscontrando nel periodo 2002 – 2017 una netta sproporzione tra i redditi dichiarati dal proposto e il suo nucleo familiare convivente rispetto ai beni posseduti dallo stesso anche per interposta persona fisica o giuridica. In definitiva l’imprenditore aveva un tenore di vita e una disponibilità di beni non compatibile con gli esigui redditi dichiarati tanto da far comprendere che traeva il proprio sostentamento dal profitto di condotte illecite.
L’esito delle investigazioni veniva comunicato alla Procura di Brescia che proponeva al Tribunale di Brescia, il sequestro finalizzato a confiscare i beni ottenuti con l’attività illecita. Per questo motivo, dopo un attento esame, la citata Autorità Giudiziaria emetteva un provvedimento urgente di sequestro nell’ambito dei poteri del D.lgs. 159/2011 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione) ordinando di apprendere le quote e i compendi aziendali di 5 società, tra cui 35 autovetture (anche di lusso), 2 motoveicoli, 23 immobili tra locali commerciali, magazzini e abitazioni e 24 terreni nonché uno yacht per un valore complessivo stimato di oltre € 7.000.000.
L’attività è un ulteriore testimonianza del costante e sinergico impegno della Guardia di Finanza e dell’Autorità Giudiziaria (Procura della Repubblica e Tribunale) finalizzato ad aggredire i patrimoni, soprattutto quelli rilevanti, illecitamente accumulati attraverso la commissione dei delitti.
Le misure di prevenzione patrimoniale, dapprima con il sequestro e dopo con la definitiva confisca, cercano di riequilibrare l’infiltrazione nel tessuto economico sano di patrimoni o di attività economiche a danno di chi operando nella legalità si trova a fronteggiare una sleale concorrenza di coloro che si avvantaggiano dalla commissione sistematica e continua di delitti tra cui anche quelli di natura fiscale o “predatoria”.
Ora i beni sono stati affidati alla temporanea gestione di un amministratore giudiziario, che agendo sotto la direzione dello stesso Tribunale potrà assicurare la conservazione dei beni aziendali in attesa delle successive decisioni.