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Maradona diventa un Dio greco, l’omaggio dello scultore Domenico Sepe

Il giornalista Angelo Forgione sulla sua pagina Facebook dà un anticipo dell’opera di Domenico Sepe.

Pubblicato il 11 Dicembre 2020

Fatica a placarsi l’onda emotiva che ha invaso la città di Napoli dopo la morte di Maradona. Al Pibe de oro sono stati dedicati lo stadio ed una stazione della cumana, oltre a delle statuine per il presepe con delle ali da angelo.

Arriva un altro bellissimo omaggio che porta la firma di Domenico Sepe, scultore partenopeo, che ha raffigurato Maradona come un Dio Greco.

Il giornalista Angelo Forgione ne ha dato anticipazione sulla sua pagina Facebook, aggiungendo questo post: “Prende vita il modello della prima statua di Maradona post mortem, e a dargliela è Domenico Sepe, scultore di quelli bravi davvero. Spontanea ispirazione dal giorno della scomparsa, scintilla emotiva che ha innescato una fiamma di faticosa creazione tuttora ardente per donare al popolo che ha osannato il Campione un monumento che lo immortala all’acme del suo estro.

Tutto cuore, niente affari, e dopo solo una decina di giorni è già perfettamente riconoscibile la figura del fuoriclasse giovane, aitante, frutto di un lirismo chiaro e di un’attenzione maniacale ai rilievi del volto, crisol de razas, e del resto del corpo.

Un modello che ho visto venir fuori dai disegni e poi dall’argilla, consigliando per quanto possibile Domenico sul dinamismo e sui dettagli di quel Diego che fu, idolo e supereroe nostro, di tutti i napoletani e gli argentini di quel tempo e di sempre.

Una creazione di cui l’autore ha voluto rendermi partecipe dal principio – mio onore condiviso con Alessandro Iovino e Ugo Autuori – in nome della nostra amicizia sincera nata dal comune orgoglio e amore per la cultura di Napoli, per le sue radici greche, per il classicismo e il neoclassicismo al quale si ispira la figura di questo atletico Maradona, che è mitizzazione della divinità pagana del pallone e riproposizione delle mitologiche sculture di Atene antica.

Sì, visto da vicino, questo argentino in corsa, sia pur non finito, è già profondamente greco, e quindi napoletanissimo, e non risulterebbe blasfemo neanche tra l’Ercole Farnese e il Supplizio di Dirce, quantunque non sarà di marmo ma di più duraturo bronzo, inscalfibile e immortale come D10S comanda”.