A motivare lo stop produttivo sia il risultato economico assai negativo, quest’anno previsto pari a circa 6 milioni di perdita anche a causa dell’aumento del costo dell’energia, sia la dinamica negativa delle attività legate al motore endotermico che oggi porta a un utilizzo del 45% della capacità produttiva e calerebbe naturalmente anno dopo anno fino ad arrivare al 20% nel 2027. Questo aggravato dal fatto di non poter prevedere alcun investimento per la transizione all’elettrico.
Duri i commenti sindacali che chiedono a Marelli “di rivedere la sua decisione” e al governo “di convocare immediatamente un tavolo istituzionale di confronto”. “È da tempo che chiediamo riconversioni per le fabbriche legate al motore termico, senza le quali la chiusura di Crevalcore sarà solo la prima di una lunga serie, così come chiediamo di concentrare le risorse pubbliche sulle leve che possono salvaguardare e rilanciare l’industria di esportazione. È su queste priorità che si deve concentrare l’interesse del ministero del Made in Italy e delle Imprese, trasformando le dichiarazioni di principio sull’automotive in atti concreti”, scrivono all’unisono Fim Fiom Uilm e Uglm.
Resta invece “nel complesso stabile”, si legge nella nota unitaria dei sindacati, la situazione per gli altri stabilimenti italiani.
Per quanto concerne Venaria Reale, la fabbrica che produce sistemi di scarico, a fronte della cessazione e del trasferimento della produzione, prosegue il piano di passaggio dei lavoratori all’altro stabilimento Automotive Lighting, che sorge ad appena un chilometro di distanza.
Lo stabilimento di sistemi di scarico di Caivano nel prossimo futuro, spiegano ancora i sindacati, dovrà ricevere i volumi da Venaria Reale, ma in prospettiva dovrà compensare il progressivo calo di volumi causato dalla elettrificazione delle vetture Stellantis con prodotti di settori diversi dall’automotive, in particolare attraverso forniture a veicoli commerciali per cui è già in corso una trattativa con Iveco; sono anche attesi trasfertisti volontari da Melfi e da Sulmona, in mancanza dei quali si procederà ad assunzioni temporanee.
Lo stabilimento di Melfi ha acquisito da Stellantis anche la fornitura del telaio posteriore, oltre naturalmente la traversa anteriore già acquisita in precedenza e questo consente di guardare con rinnovata fiducia al futuro dello stabilimento lucano, poiché si tratta di commesse da 7-10 anni che possono portare al superamento del contratto di solidarietà nel 2025.
Nello stabilimento di Sulmona, per effetto della prosecuzione della fornitura al Ducato Messico, il potenziale esubero, che comunque sarà affrontato nel 2024 con il contratto di solidarietà, si ridurrà da 135 a 100 persone; resta fondamentale la trattativa in corso con Stellantis per la fornitura alla piattaforma large. Per quanto riguarda Bari invece, si è in attesa di conoscere i risultati di varie gare a cui Marelli sta partecipando, a iniziare da quella per il motore elettrico di Porsche e da quelle in discussione con Stellantis.
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