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Marisa Rodano: “Zelensky non mi ha fatto una grande impressione”

Pubblicato il 25 Marzo 2022

“Devo ammettere che non mi ha fatto una grande impressione. Mi è parso scialbo e ripetitivo, non sembrava che si rivolgesse alla camera sembrava parlare con se stesso. L’ho trovato triste. Comprendo le difficoltà create dalla lingua, ma mi ha dato l’idea di una figura pallida, era come se cercasse di tenere i piedi in due staffe, come se volesse blandire l’Italia”, così Marisa Rodano sul Volodymyr Zelensky in collegamento con la Camera dei deputati.

101 anni compiuti a gennaio, ex partigiana, una delle fondatrici dell’Udi, Unione Donne Italiane, prima vicepresidente donna della Camera, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha sottolineato “Sono balordi i confronti tra la lotta partigiana e la resistenza ucraina, e che non è da condannare l’invio di armi”.

“È una scelta individuale decidere di parlare di un argomento piuttosto che di un altro. Avrebbe potuto fare un
accenno al movimento partigiano, ma non credo che fosse necessario – commenta riferendosi al fatto che il presidente non abbia fatto riferimenti alla lotta partigiana così come in molti si aspettavano – No, la resistenza degli ucraini che viene spesso messa in parallelo, non mi ricorda la lotta partigiana. È vero che si tratta di una lotta patriottica, di una lotta di popolo, ma il movimento partigiano nasceva da una situazione molto diversa dal punto di vista dei rapporti internazionali ed era legato all’idea di restituire la libertà e l’indipendenza
all’Italia”.

“Anche i confronti con le armi giunte da oltre oceano per liberare l’Italia dai nazisti sono sempre balordi. Si tratta di situazioni molto diverse, mi sembra difficile e poco corretto paragonarle – continua – È indubbio che una lotta di liberazione si debba combattere armati. E, se non si è armati, bisogna armarsi. Credo che bisognerebbe tentare di tutto per raggiungere una soluzione diplomatica e politica. Inasprire il clima di guerra non mi sembra una buona idea”.

“Mi sembra opportuno, altrimenti l’Ucraina sarà sempre oggetto delle mire di Putin. Se facesse parte dell’Unione
la sua autonomia sarebbe più garantita – dice riguardo alla dichiarazione di Draghi, che vuole l’Ucraina nell’Ue al più presto – Ma non deve fare parte della Nato. Un conto è entrare in Ue in una prospettiva di allargamento pacifico ed economico, un altro entrare in un’alleanza militare. Sulle altre sanzioni economiche chieste da Zelensky, secondo me
è una strada che va percorsa, sono più favorevole a iniziative di tipo economico, diplomatico o economiche che
a iniziative militari”.

“Il Papa è una persona di grande prestigio – conclude – che può anche avere un ruolo nella mediazione, ma non credo che spetti a un’autorità religiosa un compito simile”.