In questi giorni la giudice Maria Bonaventura, presidente della quinta sezione penale del tribunale civile di Roma, più volte è salita agli onori della cronaca e sulle prime pagine dei giornali per una serie di sentenze quanto meno controverse.
In primis c’è stato il caso del bidello assolto per la palpata ad una studentessa considerata troppo breve, non superiore ai 10 secondi, e quindi tale gesto non è stato considerato come molestia sessuale.
Poco dopo è arrivata un’altra sentenza molto discussa che ha assolto un direttore di museo che avrebbe molestato pesantemente una sua dipendente, considerando i suoi atti come scherzosi e accusando la vittima di essere complessata per il suo aspetto fisico.
Oggi l’edizione romana de La Repubblica riporta alla luce un’altra sentenza del 2021, a firma sempre della giudice Maria Bonaventura, che non ha contestato ad un uomo che aveva accoltellato la moglie il tentato omicidio.
L’uomo era accusato di aver sottoposto la moglie ad almeno 13 casi di vessazione fisica e psicologica, accompagnati da calci, pugni, minacce e insulti. Il 22 novembre 2019, dopo aver picchiato la donna, l’ha inoltre colpita con due coltellate usando uno strumento da cucina causandole “due ferite penetranti nella parete toracica posteriore”.
Era presenta anche la figlia della coppia, che intervenne in difesa della madre tamponandole il sangue che fuoriusciva dal suo corpo. La giudice ritenne di non dover procedere con l’accusa di tentato omicidio, poiché le coltellate on erano “ferite penetranti e non hanno determinato alcun pericolo di vita e suturabili con due punti”, tesi sulla quale concordò anche il pm.
Alla fine l’uomo è stato condannato ad un anno e 6 mesi di reclusione e la giudice ha dichiarato che l’uomo ha agito in quel modo perché geloso a causa delle presunte relazioni extraconiugali della donna e perché “stanco di occuparsi della casa e dei figli”.
In conclusione secondo il collegio si è profilato “un quadro parzialmente diverso e meno grave di quello contestato”, mentre le dichiarazioni della vittima sono state considerate “poco convincenti”, dal momento che la donna qualche mese prima si era allontanata dal tetto coniugale per avviare una relazione con un altro uomo, per poi fare ritorno a casa chiedendo al marito di perdonarla.
La giudice è finita nell’occhio del ciclone per questa serie di sentenze quanto meno discutibili ma si è difesa spiegando che lei non è mai uscita dalla sua sfera di competenza, preannunciando addirittura una denuncia al Consiglio Superiore della Magistratura.
A proposito della sentenza sul marito, risalente all’ottobre del 2021, ha dichiarato: “Il mio ruolo mi conferisce autonomia e indipendenza ed è in ragione di questi princìpi che ho scritto la mia sentenza”.
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