Pubblicato il 19 Novembre 2021
La scuola non sapeva nulla del divieto del papà di avvicinarsi a Matias. Questo è quello che ha riferito il preside dell’istituto in cui studiava il bambino di 10 anni ucciso con un coltello alla gola dal genitore in casa lo scorso 16 novembre nel Comune di Vetralla, in provincia di Viterbo.
La scuola non sapeva nulla del divieto del papà di avvicinarsi a Matias. Questo è quello che ha riferito il preside dell’istituto in cui studiava il bambino di 10 anni ucciso con un coltello alla gola dal genitore in casa lo scorso 16 novembre nel Comune di Vetralla, in provincia di Viterbo.
Il preside e tutta la scuola avevano una lista con le persone autorizzate a prelevare il bambino da scuola a fine orario o prima in casi di necessità. Una lista che però avrebbe dovuto essere aggiornata dopo che Mirko Tomkow, lo scorso settembre aveva ricevuto il divieto di avvicinamento alla sua famiglia, a sua moglie e suo figlio e ai luoghi da essi frequentati. L’uomo avrebbe infatti potuto prendere il bimbo in qualsiasi momento e portarlo con sé.
Purtroppo, però la tragedia si è consumata ugualmente visto che il papà di Matias è comunque riuscito ad avvicinarlo ed ucciderlo. Sul caso continuano le indagini condotte dai carabinieri coordinati dalla Procura di Viterbo. Secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe chiuso bocca e naso con lo scotch a Matias e poi gli avrebbe tagliato la gola prima di nascondere il corpo nel cassettone del letto. Una ricostruzione che fa ipotizzare un omicidio premeditato e non compiuto sulla scia di una follia momentanea.