Dopo i duri attacchi di Mosca a Mattarella, con la conseguente levata di scudi di tutte le forze politiche italiane in suo sostegno, il presidente della Repubblica ha avuto un incontro col presidente del Montenegro Jakov Milatovic rispondendo in modo sobrio ed equilibrato, ma fermo.
Mattarella ha ribadito che la posizione dell’Italia è cristallina e che il suo obiettivo è garantire a qualsiasi Stato, grande o piccolo che sia, la sua indipendenza come affermato dai principi della Carta dell’Onu e del diritto internazionale. Ha detto che la resistenza alla violenza delle armi è un obbligo per tutta l’Unione Europea, e anche per gli Stati Uniti, ed è per questo motivo che ritiene giusto il sostegno all’Ucraina.
Ha poi rivolto un invito alla Russia, cioè tornare a svolgere un ruolo di grande importanza nello scacchiere delle comunità internazionale, ma nel rispetto dei principi, del diritto internazionale e della dignità e sovranità di ogni Stato.
Il presidente della Repubblica ha fatto un salto nel tempo di oltre 30 anni fa, quando l’URSS si sciolse e l’Ucraina divenne indipendente. Proprio sul territorio ucraino c’era un terzo dell’arsenale nucleare che apparteneva all’Unione Sovietica e, su sollecitazione degli Stati Uniti e della stessa Russia, l’Ucraina si impegnò a riconsegnare migliaia di testate nucleari, anziché conservarle per preservare ogni tentativo di aggressione e invasione. Ha ricordato che nel trattato, firmato anche dalla Russia, i paesi firmatari si impegnarono a garantire l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Ha poi auspicato ad un ritorno a quelle condizioni e il raggiungimento di una pace giusta e duratura nel tempo.
A conclusione del suo intervento si è detto ben propenso all’ingresso nell’Unione europea del Montenegro, ma in generale di tutti i paesi nei Balcani occidentali che non ne fanno ancora parte.
Il 5 febbraio scorso Mattarella, ospite della Francia in occasione di una conferenza tenuta a Marsiglia per l’onorificenza accademica di dottore honoris causa, associò l’attacco della Russia all’Ucraina al progetto del Terzo Reich in Europa. Dopo le parole del presidente ci sono stati attacchi hacker a siti istituzionali italiani, ma soprattutto c’è stata la dura replica di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, che parlò di “invenzioni blasfeme”. Ancora più duro l’attacco di ieri, 17 febbraio, sempre della Zakharova, la quale disse che le parole di Mattarella non sarebbero rimaste impunite.
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