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Caso Matteo Falcinelli, la polizia di Miami apre un’inchiesta: “Riconosciamo le preoccupazioni dell’Italia”

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Tiene banco il caso Falcinelli, 25enne studente italiano arrestato in condizioni poco chiare all’uscita di una discoteca in Florida e sottoposto alla barbara pratica dell’incaprettamento. Sulla questione è intervenuta una fonte del dipartimento di Stato USA che all’Adnkronos ha fatto sapere di riconoscere le preoccupazioni sollevate dal governo italiano e dalla famiglia di Matteo Falcinelli. Ha inoltre aggiunto che la polizia di Miami avrebbe aperto un’inchiesta per fare piena luce sul caso.

Antonio Tajani: “Massima attenzione della Farnesina sul caso”

Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha richiesto la massima attenzione sul caso, sottolineando in una nota della Farnesina del 5 maggio che il Governo italiano segue sempre scrupolosamente i casi di detenzione di cittadini italiani all’estero e che del caso si sta occupando il consolato generale d’Italia a Miami. Il caso Falcinelli segue altri due casi molto spinosi di italiani detenuti all’estero, come Ilaria Salis in Ungheria e Filippo Mosca in Romania.

Al momento dell’arresto Matteo Falcinelli è stato sottoposto ad un trattamento detentivo particolarmente violento, come documentato dalle stesse body-cam indossate dai poliziotti. Come ha osservato la Farnesina, il console generale a Miami ha evidenziato alle autorità locali l’inaccettabilità della violenza usata dalla polizia statunitense.

L’arresto di Matteo Falcinelli: le sequenze

Le sequenze dell’arresto sono state ricostruite dal Quotidiano Nazionale, che ha anche diffuso le immagini choc del giovane dopo l’arresto. Il 25enne, originario di Spoleto, si trovava a Miami per frequentare il master alla Florida International University al Biscayne Bay Campus.

Il locale

Secondo la ricostruzione raccontata dalla famiglia e riportato dal Quotidiano Nazionale Falcinelli, dopo un brutto incidente a novembre, sarebbe uscito da solo dopo molto tempo e sarebbe entrato in un locale alle 22:15 e solo in un secondo momento si sarebbe accorto che era uno strip bar. Una ragazza gli avrebbe offerto sesso in cambio di 500 dollari, ma lui avrebbe rifiutato.

Rimasto al bancone, avrebbe ordinato un drink per lui e per una ragazza conosciuta sul posto ma, una volta in bagno, si sarebbe accorto che non aveva i due cellulari. Dopo una furiosa ricerca, la stessa ragazza gli dice che i cellulari sono stati trovati all’ingresso del bar. Sarebbe quindi tornato al bar per consumare i due drink precedentemente ordinati e, da lì, la memoria si offusca.

L’arrivo della polizia

Ricorda però che all’uscita sarebbe stato fermato da due agenti della polizia, e successivamente ne sarebbero arrivati altri 4. I poliziotti avrebbero poi scritto di essere intervenuti dal momento che il ragazzo stava creando problemi poiché rivoleva indietro 500 dollari, soldi che Matteo afferma di non aver mai speso.

Sarebbe scoppiato un parapiglia e Matteo avrebbe detto di non aver fatto nulla e da lì sarebbe scattato l’arresto con modalità violente, con il giovane sbattuto con la testa contro l’asfalto e con un poliziotto che premeva il ginocchio contro il collo, la stessa manovra che uccise George Floyd.

Le torture

Alle 3:38 il ragazzo viene portato nella stazione di polizia dove si sarebbero consumate la tortura con la pratica dell’incaprettamento, cioè con mani e piedi legati con una cinghia.

Il ragazzo sarebbe rimasto in quella posizione per 13 minuti tra urla strazianti. Le accuse contro di lui sono di resistenza a pubblico ufficiale, opposizione all’arresto senza violenza e violazione di domicilio, tutte accuse che il giudice americano ha fatto cadere. La famiglia ha inoltre spiegato che ha sporto denuncia dopo mesi per paura di ritorsioni.

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Redazione Nazionale

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