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Anche in Italia arrivano le meduse “uovo fritto”: quel che c’è da sapere

Pubblicato il 25 Luglio 2024

In questi giorni le spiagge di Jávea, sulla costa mediterranea spagnola, sono state invase da grandi banchi di meduse. La specie predominante è la Cotylorhiza tuberculata, comunemente conosciuta come la medusa “uovo fritto”, chiamata così per il suo aspetto.

Con il riscaldamento del mare, è diventata una presenza comune lungo tutte le spiagge del Mediterraneo. L’aumento delle temperature favorisce infatti la riproduzione e la sopravvivenza delle meduse. 

Inoltre, la riduzione dei predatori naturali delle meduse, come le tartarughe marine e alcuni tipi di pesci, contribuisce alla crescita incontrollata delle loro popolazioni.

La massiccia presenza ha generato un certo allarme tra i bagnanti, anche se gli esperti assicurano che queste meduse non rappresentano un rischio significativo per l’uomo: le meduse uovo fritto fanno parte dell’ecosistema marino e svolgono una funzione specifica nel loro habitat.

La Cotylorhiza tuberculata è facilmente riconoscibile per il suo aspetto: un corpo centrale di colore bianco-giallastro circondato da tentacoli corti e spessi che ricorda appunto un uovo fritto.

Un’altra caratteristica interessante sono le loro dimensioni: possono raggiungere un diametro che varia tra i 20 e i 35 centimetri.

La medusa Cassiopea preferisce nuotare a pochi metri di profondità ed è comune incontrarla anche sulle coste italiane, in particolare nel Mar Adriatico.

Le meduse Cassiopea sono state avvistate lungo le coste siciliane, sarde e pugliesi. Dal punto di vista turistico, la presenza di meduse nelle acque costiere può avere un impatto negativo. 

Le meduse Cassiopea non causano irritazioni o effetti più gravi e, con una corretta informazione, non dovrebbero influire sul numero di bagnanti e turisti nelle zone di passaggio.

La specie è innocua. Non solo: è un importante organismo della nostra biodiversità.