Meloni: “Sì alla stretta sulla protezione speciale”. Elly Schlein: “Una vergogna”

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“Ho come obiettivo l’eliminazione della protezione speciale, perché si tratta di un’ulteriore protezione rispetto a quello che accade al resto di Europa. C’è una proposta della maggioranza nel suo complesso, non è un tema su cui ci sono divergenze. È complessa ed è normale che ci siano diversi emendamenti”. Così, la premier Giorgia Meloni, parlando delle modifiche al Dl migranti, nell’ultimo giorno della sua missione in Etiopia.

La premier Giorgia Meloni, in chiusura della sua visita in Etiopia, sottolinea che tra i partiti che sostengono il suo governo “non ci sono divergenze” sulla questione. Anzi. La volontà di “camminare insieme” c’è, ed è bene procedere così, perché “la pluralità è un arricchimento”, così, taglia corto a chi le chiede delle ipotesi di partito unico su cui da ultimo ha detto la sua Guido Crosetto, dopo il fedelissimo Giovanbattista Fazzolari. “E che ha detto, con Fazzolari non si sa mai”, scherza coi cronisti la premier, dopo due giorni di una visita che è stata “ottima”, che ha rilanciato “il ruolo dell’Italia” nel Corno d’Africa, la cui stabilizzazione rimane “una priorità”. Soprattutto per la gestione dei flussi dei migranti.

Con Matteo Salvini, spiega Meloni, non c’è stato un confronto “recente” sulla questione della protezione speciale, che pure ha tenuto appesi i lavori della commissione al Senato per diversi giorni. Ma ai suoi parlamentari non è piaciuta la corsa della Lega a rivendicare il ritorno ai “decreti Salvini”, e più di qualcuno teme che ci possa essere qualche ulteriore incursione, che può fare traballare l’intesa. Anche perché i 21 emendamenti leghisti al decreto non sono ancora stati ritirati.

Elly Schlein attacca: “E’ una vergona”

“Ci opporremo in Parlamento e nel Paese”, assicura la presidente dei deputati dem Chiara Braga

“È una vergogna”, tuona la segretaria del Pd Elly Schlein, “far pagare sulla pelle delle persone più fragili l’incapacità di questo governo di costruire delle politiche migratorie”. “Ci avevano già provato e si era espressa anche la Corte costituzionale, sui decreti Salvini. Vogliono riportarci là”, ha continuato parlando nel corso di un’iniziativa elettorale a Siena. “Vogliono smantellere l’accoglienza diffusa che è l’unica buona accoglienza perchè coinvolge le comunità locali”.

“Siamo fermamente contrari e continueremo a batterci – ha aggiunto Schlein – affinché le politiche migratorie siano in linea con i diritti internazionali, con le carte internazionali a partire da quella di Ginevra sui diritti delle rifugiate e dei rifugiati, abbiamo una posizione molto netta su questo”. 

“Una scelta di buon senso, spiegano da Fdi,, che rivendica comunque la volontà di limitare il ricorso alla protezione speciale, “diventata nel tempo di fatto la principale via per ottenere un permesso (circa 10mila lo scorso anno, contro i circa 6mila rifugiati e gli altrettanti che hanno ottenuto la protezione sussidiaria”. Il Quirinale – particolarmente attento agli interventi sulla gestione dell’immigrazione – segue con attenzione l’iter del provvedimento e la portata delle restrizioni annunciate. Sembra, però, improbabile un intervento diretto del Presidente che dell’autonomia del Parlamento è rispettosissimo. Anche perché, e ciò è già stato valutato, non emergono al momento profili di incostituzionalità né ci sono Trattati internazionali che lo vietano.

Elly Schlein, segretaria del PD

Cos’è la protezione speciale

Il permesso di soggiorno per protezione speciale, introdotto dal precedente governo, è un permesso di soggiorno della durata di 2 anni e rinnovabile che viene rilasciato al richiedente asilo che non possa ottenere o non abbia ancora ottenuto la protezione internazionale.

Può ottenere il permesso il migrante che dimostri di essere integrato in Italia (per vincoli familiari, durata del soggiorno o altro) e per il quale in caso di respingimento sussistano determinati rischi (persecuzione per motivi di razza, sesso, lingua, religione, opinioni politiche; rischio di essere rinviato verso uno Stato nel quale non sia protetto; rischio di essere sottoposto a tortura o a trattamenti inumani o degradanti o se il respingimento comporti una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare).

A concedere il permesso di protezione speciale è la Commissione territoriale alla quale tutti i richiedenti asilo possono presentare domanda. E in caso di rigetto è possibile presentare ricorso attraverso un avvocato.

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Redazione Nazionale

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