Merkel: ‘Le opinioni sono ancora in parte divergenti ma penso che arriveremo ad un accordo’

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Il Presidente del Consiglio Conte raggiunge Angela Merkel a Meseberg. Al centro dell’incontro l’accordo sul Recovery Fund, che la cancelliera ritiene possa essere ottenuto.


Il vertice fra la cancelliera tedesca e il premier italiano presso il castello di Meseberg si è concluso con buoni propositi per il prossimo Consiglio Europeo, dove si dovrà riparlare e cercare di risolvere la questione del Recovery Fund.
Merkel dice “ne parleremo venerdì. Le opinioni sono ancora in parte divergenti ma penso che arriveremo ad un accordo”.


Oggi Angela Merkel ha avuto parole di lode per il nostro paese e per il modo in cui gli italiani hanno saputo affrontare l’emergenza sanitaria, sottolineando quanto essi abbiano saputo esprimere una straordinaria disciplina: “L’Italia è stata colpita in maniera particolare dalla pandemia di coronavirus e molte persone hanno perso la vita. L’Italia ha fatto molti sacrifici e noi siamo d’accordo sul fatto che questa pandemia è arrivata senza che nessuno ne avesse colpa, quindi il nostro compito è quello di superare queste conseguenze in maniera solidale. Gli italiani e le italiane hanno veramente avuto una disciplina ammirabile, una grande pazienza.“
Poi, rivolgendosi anche al popolo tedesco, ha osservato che è interesse reciproco quello di tenere in piedi e in salute il mercato europeo: “la Germania come l’Italia e gli altri stati membri ha un interesse acchè il mercato unico funzioni. Abbiamo visto che se le catene di valore aggiunto non funzionano, sono distrutte, questo colpisce noi tutti” aggiungendo poi “quindi non dobbiamo tutelare solo la salute ma anche ricostruire economicamente”.


Parlando più nello specifico delle questioni economiche e delle trattative in atto a livello europeo la Merkel ha dichiarato: “A febbraio non siamo riusciti a raggiungere un accordo quadro finanziario pluriennale per l’Unione Europea e adesso abbiamo un compito ancora più complesso, abbiamo sia il quadro finanziario pluriennale, che deve essere determinato e varato, che il varo del Recovery Fund oppure il cosiddetto Next generation Eu. E noi entrambi appoggiamo questa intenzione. Per quel che riguarda le proposte di Charles Michel, ognuno ha i propri interessi da rappresentare ma “siamo d’accordo sulla struttura di base”. Poi ha proseguito dicendo che “i Paesi trattino con la Commissione su come questi fondi vengano spesi, e alla fine il Consiglio dovrà decidere con maggioranza qualificata. Mi sembra una buona soluzione, che io potrei sostenere. Giuseppe Conte ha dimostrato di essere proattivo con la sua agenda di riforme.”


Cercando di essere realista ma al contempo positiva la cancelliera ha poi detto: “Non so se raggiungeremo un accordo o meno a prescindere dalle quote. Non è ancora certo. Il percorso da fare è ancora lungo. È importante che quello che abbiamo previsto come fondo di ripresa sia qualcosa di poderoso, di particolare, che non sia troppo ridimensionato. Il compito è enorme e anche la risposta deve essere poderosa”.


Il Presidente Conte da parte sua ha affermato che quello per il Recovery Fund “è un negoziato molto difficile. Ho sempre sottolineato le difficoltà ma ho cercato in modo ambizioso di rappresentare il comune obiettivo di una risposta UE solida, forte e coordinata.” Conte ha poi ribadito che “L’Europa deve offrire soluzioni” ai proprio cittadini, “non illusioni e paure” e poi “l’Italia è per criteri di spesa chiari e trasparenti, non stiamo chiedendo fondi da utilizzare in modo arbitrario. In modo discrezionale sì, ma non arbitrario”.


Il premier italiano, sottolineando il trovarci davanti a un panorama che ci accomuna tutti in un destino di recessione, ha ricordato: “Noi dobbiamo essere all’altezza” continuando poi “i capi di stato dovranno mostrare la consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo, la consapevolezza di una risposta tempestiva per uscire quanto prima da questa crisi. I tempi sono anche importanti perché, ce lo insegna la storia, una risposta adeguata non tempestiva diventa di per se stessa inadeguata” dunque “se noi oggi non riuscissimo, in questo scorcio d’estate, a chiudere, a finalizzare questa risposta europea rischieremo di ritrovarci in grandi difficoltà”.

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Gigliola Antonazzi

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