Pubblicato il 4 Giugno 2024
Si tratta di un atto dovuto per accertare la dinamica della tragedia.
Il pm Liliana Todaro ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, con l’ipotesi di omicidio il proprietario dell’abitazione dove sarebbe morto Michele Lanfranchi 19 anni, il cui cadavere è stato trovato sabato sera a Messina sul marciapiede davanti all’appartamento.
Chi è l’indagato
L’indagato è il quarantenne Giovanni Laganà, anche a sua tutela per le fasi future dell’indagine. La notizia è stata diffusa oggi, 4 giugno, dal quotidiano Gazzetta del Sud.
La procura e la squadra mobile di Messina stanno indagando a 360 gradi e ieri, 3 giugno, hanno sentito Laganà, così come tutta una serie di persone che hanno assistito alla tragedia.
Il racconto dei testimoni
I testimoni hanno raccontato che Lanfranchi mostrava la pistola che aveva acquistato da poco e che, a suo dire, doveva servire per vendicarsi di uno sgarbo subito da parte di una persona. A un certo punto, mentre si trovava nell’appartamento, dalla pistola che Lanfranchi aveva in mano sarebbe partito il colpo che lo avrebbe raggiunto al collo accidentalmente. Su Laganà al momento non c’è alcuna richiesta di misura cautelare; su di lui, come sugli altri testimoni, è stato fatto l’esame stub il cui esito sarà fondamentale.
Lanfranchi dopo l’incidente sarebbe stato preso e portato in strada, nella via Michelangelo Rizzo, una stradina laterale del rione Giostra. Gli inquirenti si sono insospettiti proprio per la circostanza che il suo corpo sia stato trovato all’esterno con la pistola in mano, come se si trattasse di una messinscena.