Pubblicato il 9 Ottobre 2023
La Procura di Venezia attende i risultati dell’autopsia sul corpo di Alberto Rizzotto, l’autista del bus precipitato a Mestre portando alla morte 21 passeggeri e 15 feriti.
Fondamentale per il lavoro degli inquirenti anche i rilievi sul guardrail, giudicato forse troppo datato e basso, e sul varco di servizio, di circa un metro e mezzo, presente sulla barriera laterale del viadotto.
Le attenzioni dell’opinione pubblica si sono concentrate nei giorni successivi alla tragedia sul varco nel guardrail sfondato dal bus a Mestre, in verità un’apertura presente tra il passaggio pedonale e la carreggiata su tutte le strutture stradali risalenti a qualche decennio fa.
“Non abbiamo alcun elemento per trarre conclusioni sul guardrail, per questo ci serve una perizia” ha dichiarato il capo della procura veneziana, Bruno Cherchi.
Il procuratore ha negato che qualcuno abbia definito “marcia quella barriera” e ha assicurato che “sul guardrail faremo tutte le attività del caso, iniziando da una consulenza tecnica, appena avremo trovato il soggetto idoneo per farla. Servono conoscenze tecniche, non giuridiche. Per ora non abbiamo acquisito dal Comune di Venezia documenti sulla rampa”.
Prima che arrivino risposte dalla perizia sul guardrail, ancora più urgenti per il procuratore Bruno Cherchi, e la pm Laura Cameli, titolare fascicolo, sono i risultati dell’autopsia sul corpo dell’autista Alberto Rizzotto.
L’esame autoptico è stato assegnato all’istituto di Medicina legale dell’Università di Padova. Anche in questo caso, però, Cherchi, ha messo le mani avanti spiegando che “gli esiti non arriveranno in tempi brevi”.
Considerato che anche gli accertamenti tecnici, per le quali dovrà essere fissato un incidente probatorio, non avranno risposte immediate, la Procura ha chiesto che “tutte le perizie vengano eseguite contemporaneamente, nei limiti del possibile, senza privilegiare un indirizzo rispetto ad altri”.
Il prossimo passaggio nelle indagini prevede che i periti siano chiamati ad esaminare il guardrail, il bus, la scatola nera del mezzo, elementi finiti sotto sequestro e a quel punto arriveranno le prime iscrizioni sul registro degli indagati. Se anche solo uno di essi, risultasse irripetibile, bisognerebbe permettere agli indagati di presentare un proprio perito in incidente probatorio.
Dai risultati dell’autopsia su Alberto Rizzotto dipenderebbero anche i risarcimenti delle famiglie delle 21 vittime e dei 15 feriti dell’incidente de bus di Mestre.
“Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito», si legge all’articolo 2051 del codice civile, che all’articolo 1681 stabilisce che, in caso di trasporti, “il vettore risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio (…) se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno”.
L’articolo 141 del codice delle assicurazioni prevede che “salva l’ipotesi di sinistro cagionato da caso fortuito, il danno subito dal terzo trasportato è risarcito dall’impresa di assicurazione del veicolo”, dove per caso fortuito potrebbe rientrare anche il malore del conducente.