Trasferimento dei migranti irregolari nei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) verso la struttura di Gjader in Albania e una stretta sulla concessione della cittadinanza italiana. Questa la strategia del governo Meloni, che ha dato il via libera a nuovi provvedimenti in Consiglio dei ministri. Per garantire l’attuazione dell’accordo con il premier albanese Edi Rama, è stato approvato un decreto-legge snello per riattivare i centri.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha chiarito che il protocollo non subirà modifiche e che le nuove misure non comporteranno costi aggiuntivi. Il decreto si limita a intervenire sulla legge di ratifica approvata dal Parlamento, consentendo così l’immediata riapertura della struttura di Gjader. “Il centro manterrà le sue funzioni e potrà accogliere i migranti trasferiti dall’Italia, senza snaturarne l’uso originario” ha dichiarato Piantedosi in conferenza stampa.
Il governo sta già organizzando una visita ufficiale, mentre il decreto approvato è stato discusso con la Commissione europea. Il ministro ha ribadito che il Cpr di Gjader non sostituirà il piano nazionale per i rimpatri, confermando la realizzazione di cinque nuovi centri in Italia, di cui due già vicini all’affidamento e tre in fase di verifica preliminare. I rimpatri continueranno a dipendere dagli accordi bilaterali con i Paesi d’origine.
“Essere cittadino italiano è una questione seria” ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando la necessità di contrastare gli abusi e le richieste indebite. La riforma mira a garantire che la cittadinanza venga concessa solo a chi ne ha realmente diritto, fornendo al contempo maggiore supporto alle amministrazioni locali.
Tra le principali novità: l’aumento delle spese per ottenere la cittadinanza. La tassa, che già dal 1° gennaio è passata da 300 a 600 euro, verrà ulteriormente incrementata a 700 euro per alleviare il carico burocratico dei piccoli Comuni.
A partire dalla mezzanotte successiva all’approvazione del decreto, non sarà più possibile richiedere la cittadinanza con le vecchie regole. “Chi l’ha ottenuta onestamente non verrà privato del passaporto, ma non ci saranno sanatorie per i trafficanti di cittadinanze” ha precisato Tajani. Inoltre, solo gli italo-discendenti entro la seconda generazione potranno ottenere automaticamente la cittadinanza: chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino dalla nascita.
Nel Consiglio dei ministri è stata anche approvata la relazione annuale sui Paesi di origine sicuri, confermando l’elenco senza variazioni rispetto all’ultimo aggiornamento del 2024. Tra i Paesi figurano Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. Il governo valuterà se modificare la lista tramite un nuovo decreto o mantenerla invariata.
Il Consiglio dei ministri ha varato anche misure per contrastare il fenomeno dei “diplomifici”, con nuove regole per le scuole private. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha annunciato restrizioni, tra cui il divieto di creare più di una classe quinta collaterale e l’obbligo di registro elettronico.
Approvato inoltre il primo decreto attuativo per la riforma dell’accesso a Medicina, che elimina il test a crocette. La ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha specificato che le università telematiche non rientrano nella riforma.
Infine, via libera a un Piano straordinario per la riqualificazione di otto aree vulnerabili, ispirato al modello Caivano, e a un disegno di legge delega per la riforma della vigilanza sulle cooperative.
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