Da diverso tempo Valerio Staffelli, inviato di “Striscia la notizia”, ha avviato una vera e propria crociata contro le borseggiatrici che si aggirano indisturbate tra le stazioni della metropolitana di Milano sottraendo portafogli, denaro, documenti e altri averi ai malcapitati passeggeri.
Benché le ladre siano ben note alle forze dell’ordine e benché vengano spesso colte anche in flagranza di reato, il giorno successivo o addirittura dopo poche ore sono di nuovo “sul campo” ad operare e mettere a segno una serie infinita di furti.
La questione delle borseggiatrici è diventata una parte centrale di dibattito pubblico, anche se il problema è di difficile risoluzione dal momento che sfruttano la legge a modo loro per evitare il carcere.
Un po’ come nel film “Ieri, oggi, domani”, dove Sophia Loren nei panni di una venditrice ambulante di sigarette sfuggiva sempre all’arresto perché incinta, le borseggiatrici riescono spesso a farla franca perché incinte o perché madri di bambini molto piccoli.
Come spiega l’articolo 146 del codice penale l’esecuzione di una pena, che non sia pecuniaria, è differita:
A tutela di queste donne c’è anche l’articolo 275 del codice di procedura penale, secondo il quale “non può essere disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di una donna incinta o madre con figli di età non superiore ai 6 anni”.
In sostanza donne incinte o madri di bambini molto piccoli non possono essere arrestate. Secondo Il Corriere della Sera questo gruppo di borseggiatrici non agirebbe autonomamente, ma farebbe parte di una rete criminale più ampia che, sfruttando la condizione delle donne, le manda indisturbate a rubare sui treni della metropolitana milanese.
Queste donne sono intoccabili e non sconteranno mai la pena? Non è esattamente così. Possono essere applicate forme alternative di detenzione cautelare e il carcere preventivo può essere previsto nei casi di eccezionale rilevanza.
Le pene inflitte alle borseggiatrici si accumulano nel tempo e si applicano nel momento in cui le borseggiatrici non hanno più diritto al differimento, e cioè quando non sono incinte e quando i bambini crescono.
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