Pubblicato il 21 Aprile 2023
È qui, nel pieno centro di Milano, che all’improvviso la tragedia devasta famiglie, sconvolto chi si trovava a passare, chi apprende la notizia e si immedesima nella sofferenza.
Per Cristina Scozia, 39 anni, personal trainer, massaggiatrice olistica e istruttrice di ginnastica, non c’è nulla da fare. Lascia un compagno e una bimba di 6 anni.
“Questo incidente deve farci riflettere – commenterà più tardi il sindaco Beppe Sala – perché purtroppo non è la prima volta che ciclisti vengano investiti da mezzi al lavoro”.
“Per questo dobbiamo interrogarci su che cosa possiamo fare – prosegue il sindaco, che guarda all’esempio londinese e immagina una regolamentazione dell’accesso in città ai mezzi pesanti – limitandolo a quelli dotati di un dispositivo che permetta piena visibilità anche sull’angolo cieco”.
La scena non è nuova. Due mesi fa, in piazzale Loreto un tir aveva travolto la 38enne Veronica D’Incà in bici. E a novembre, sui Bastioni di Porta Nuova, un’altra betoniera aveva straziato la 66enne ciclista Silvia Salvarani. Se si considerano anche pedoni e monopattini, fanno sette vittime in tre mesi. Ieri il mezzo arrivava da via Francesco Sforza. La bici era sulla sua destra, lungo la ciclabile disegnata col pennello. Le traiettorie si scontrano all’incrocio. La betoniera gira a destra su corso di Porta Vittoria. La ciclista sembra volesse andar dritto.
Con ogni probabilità a tradire il guidatore, un italiano 53enne, poi soccorso perché in stato di choc, e risultato negativo all’alcol test e al pre-test anti droga è stato l’angolo cieco di questi colossi.
“Stavo attraversando sulle strisce, ma non guardavo in quella direzione – dice una testimone – S’è sentito un botto, ho girato lo sguardo e ho visto la bici proiettata in avanti e il camion travolgere la donna”.
La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale. Il pm Mauro Clerici ha disposto accertamenti per stabilire la velocità della betoniera e se fosse stata azionata la freccia. Ai vigili l’uomo ha giurato che si è trattato di un incidente, di non aver visto la donna. Saranno però fondamentali le immagini catturate da quella telecamera che sorveglia l’incrocio dall’alto. In serata, sempre là, un centinaio di ciclisti (e non solo) si sono dati appuntamento per chiedere provvedimenti che fermino una “strage continua e silenziosa”.