Milano, la donna picchiata dai vigili: tre indagati con accuse pesantissime

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Sono indagati per lesioni personali aggravate dall’abuso della funzione pubblica tre dei quattro vigili di Milano intervenuti per bloccare Bruna, la donna transessuale di origine brasiliana ripresa in più video mentre viene colpita con un manganello, con calci e spray urticante.

Soltanto la donna in divisa, che avrebbe tentato di fermare i colleghi, non risulta indagata.

La decisione dell’aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Giancarla Serafini arriva all’indomani della denuncia presentata dalla 41enne – rappresentata dall’avvocato Debora Piazza – per quanto accaduto nel tragitto dal parco Trotter a Via Sarfatti. A ‘incastrare’ i due equipaggi della polizia locale sono alcuni video che riprendono quanto accaduto in zona Bocconi quando la donna, a terra e disarmata, viene colpita.

Scene riprese a poche centinaia di metri dal comando via Custodi: i vigili parlano di un malore accusato dalla donna, la quale avrebbe poi tentato di fuggire dall’auto prima di essere immobilizzata, come mostrano le immagini.

La 41enne, invece, parla di un’aggressione e di minacce che sarebbero avvenuti anche durante il percorso e su cui ora si sta cercando di far luce, ancora una volta con le telecamere diffuse lungo la strada.

Intanto, è sempre di oggi la notizia che il Comune di Milano avvierà un procedimento disciplinare per gli agenti della polizia locale.

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, aveva anche annunciato l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti degli agenti coinvolti. Sala ha spiegato di aver ricevuto dal comandante della polizia locale, Marco Ciacci, una “relazione formale” su quanto accaduto nella mattinata di mercoledì 24 maggio.

“Subito dopo aver visto le immagini diffuse da alcuni media ho dichiarato, pur senza conoscere i fatti nel dettaglio, che il comportamento di alcuni agenti della polizia locale appariva grave e non in linea con il modus operandi dei tanti ghisa che quotidianamente si impegnano con dedizione per la nostra città”, ha puntualizzato Sala. “Ritengo – ha aggiunto il primo cittadino – sia doveroso a questo punto l’avvio del procedimento disciplinare di pertinenza dell’amministrazione comunale, in attesa che l’autorità giudiziaria completi valutazioni più approfondite e intervenga con i provvedimenti di sua competenza”.

Sala ha commentato poi la vicenda  a margine dell’inaugurazione del rinnovato Terminal 2 dell’aeroporto milanese di Malpensa: “Ho parlato con il comandante della polizia locale di Milano Marco Ciacci e mi ha fatto una relazione formale che mi ha consegnato questa mattina. Sulla base di questa relazione io invito l’amministrazione comunale (da un lato me stesso, ma la decisione dovranno prenderla la direzione del personale e il comandante) a prendere degli adeguati provvedimenti rispetto ai vigili coinvolti”

“Non voglio rivelare nulla che ci sia nella relazione, perché è al momento è uno scambio tra Ciacci e me – ha aggiunto Sala – ma è chiaro che qualcosa non è andato come avrebbe dovuto, al di là delle immagini che si sono viste. Dico questo però anche per sottolineare come il corpo dei vigili di Milano sia assolutamente sano. Io sono 7 anni che sono sindaco di Milano e una cosa del genere è la prima volta che si verifica quindi, per cortesia, non facciamo di tutta l’erba un fascio perché non ce n’è bisogno e perché le tensioni in città sono moltissime. Nelle scorse settimane, tra l’altro, avevo detto ‘attenzione al disagio che c’è in giro’, perché ci sono tante persone con problematiche  psichiche con stati di alterazione. Quindi è chiaro che il ruolo delle forze dell’ordine è delicato”. Detto questo, conclude, “chi sbaglia va punito, ma se crocifiggiamo le forze dell’ordine il rischio è che di fronte a situazioni delicate si girino dall’altra parte e non è esattamente la cosa che voglio io”.

Non solo. Lunedì l’avvocata di Bruna ha presentato una querela in procura a Milano per tortura aggravata dalla discriminazione razziale, lesioni aggravate dall’abuso di potere e minacce aggravate.

L’esposto è stato depositato alla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e all’aggiunto Giancarla Serafini, che stanno indagando sul fatto. La querala era necessaria per far progredire l’iter giudiziario. Se Bruna non avesse presentato l’esposto, infatti, la procura sarebbe stata ‘costretta’ a chiudere l’indagine dichiarando l’improcedibilità, questo perché – con la riforma Cartabia – si tratta di un reato procedibile solo con querela di parte.

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Redazione Nazionale

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