Concessi i domiciliari a Zhou Shu, 30 anni, e Chongbing Liu, 49 anni.
“Vi è stata la perdita totale dell’autocontrollo, in una dimensione del farsi giustizia da sé non ammissibile nel nostro ordinamento”, si legge nelle motivazioni del giudice.
Ma “il fatto delittuoso maturato in un contesto particolare” sarebbe il fatto che l’omicidio sarebbe stato il frutto di una “manifestazione di rabbia e di frustrazione per vedere ancora una volta il frutto del proprio lavoro dileguarsi in un attimo”, si spiega.
Perché non era la prima volta che l’attività commerciale di famiglia gestita in viale Giovanni da Cermenate dagli indagati veniva presa di mira.
Prima del furto di gratta e vinci costato la vita al pregiudicato ucciso da 36 colpi di forbice mentre cercava di fuggire, così come era già riuscito al suo complice adesso ricercato, i due cinesi avevano già subito visite indesiderate.
“È chiaro che i due indagati non hanno saputo gestire quest’emozione negativa con la necessaria lucidità e razionalità lasciando che prendesse il sopravvento”, scrive ancora il gip.
“Lo stato di choc in cui sono stati trovati dalla polizia testimonia però la presa di coscienza e la disperazione per la commissione di un gesto così grave che forse loro stessi non ritenevano possibile”, conclude.
Lo zio e il nipote erano stati rinchiusi nel carcere San Vittore erano stati condotti nel carcere di San Vittore.
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