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Milano: evade dopo il matrimonio in carcere, luna di miele sul camper rubato e lei picchia gli agenti

Pubblicato il 27 Agosto 2024

Un matrimonio dietro le sbarre si è concluso con la fuga del novello sposo, nonché detenuto. La sua fuga è stata favorita dalla consorte, una 38enne di Sesto San Giovanni, che si è messa a urlare all’impazzata per consentire al marito di scappare. C’entra anche un camper rubato, ma procediamo con calma per raccontare questa storia a dir poco ingarbugliata.

Il matrimonio in carcere

Il novello sposo stava scontando un cumulo pene di 13 anni e a luglio aveva sposato la sua donna tra le mura di Bollate, per poi scappare. Lui e la fresca mogliettina decidono quindi di fare la luna di miele sul litorale di Ravenna a bordo di un camper, poi risultato rubato in Belgio. In base a quanto ricostruito dalla Stradale, il camper era stato rubato ad un cittadino belga in prossimità di un lago. L’uomo si era concesso un bagno nel lago, ma quando è risalito con grande sgomento ha scoperto che il mezzo era stato rubato.

La fuga

I due novelli sposini decidono di fuggire, fino a quando arriva alla Stradale la segnalazione di un camper, poi risultato rubato e con targa contraffatta. Gli agenti si avvicinano al camper sospetto e vedono arrivare due coppie con dei bambini. Una di loro capisce che si tratta di poliziotti e la 38enne urla al compagno di scappare.

I novelli sposi scappano e gli agenti si mettono a rincorrerli. Lei grida al compagno: “Corri amore, scappa” e nel frattempo minaccia anche i poliziotti. Alla fine la fuggitiva viene raggiunta, ma cerca in tutti i modi di divincolarsi con calci e pugni. L’altro agente continua a rincorrere il fuggitivo, che però riesce a scappare. Dalle foto gli inquirenti capiscono che l’uomo in fuga è proprio il novello sposo evaso da Bollate.

L’arresto

La 38enne viene arrestata e poi portata in una cella di sicurezza, per poi essere accompagnata in tribunale, dove dice di essere innocente e addirittura accusa gli agenti in borghese di averla minacciata. La versione naturalmente non convince il giudice, che convalida l’arresto e le impone l’obbligo di firma per tre volte a settimana alla polizia giudiziaria di Cinisello Balsamo in attesa del processo. Prosegue intanto la caccia allo sposo fuggitivo.