Orrore così come quello che si è materializzato a Milano, in un appartamento di in via Parea, periferia est del capoluogo lombardo.
La casa che doveva rappresentare il nido sicuro, per una bambina di un anno e mezzo si è trasformata in un antro oscuro, dove essere abbandonata, dove essere imbottita di psicofarmaci, dove morire con una delle peggiori torture: di fame e terrore per quella solitudine che per un bambino è inaccettabile, devastante.
E’ morta così la piccolina che è stata rinvenuta in un lettino da campeggio, dove accanto al biberon la polizia ha trovato anche una boccetta di benzodiazepine piena a metà.
La madre, una 37enne, è stata fermata con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e premeditazione.
Stando alle prime indagini della squadra mobile e del pm di turno, Francesco De Tommasi, la donna, nei sei giorni in cui ha lasciato la figlia, nata da un precedente relazione, sarebbe anche passata da Milano per accompagnare il compagno, raggiunto a Bergamo, che doveva svolgere delle commissioni di lavoro. E in questa breve tappa non sarebbe passata a verificare le condizioni della piccola. Per chiarire le cause del decesso il magistrato ha disposto l’autopsia.
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