Pubblicato il 14 Gennaio 2025
È il triste destino di Tanya, la donna che lunedì è stata sfrattata dall’appartamento in via Lura, a Rho (Milano), dove viveva con il figlio di 7 anni e la madre. Il contratto di affitto era scaduto lo scorso anno e, dopo un primo tentativo di sgombero fallito a novembre, lunedì l’ufficiale giudiziario ha proceduto con lo sgombero dell’abitazione.
“Tanya, con sua madre e il figlio minorenne, è stata sfrattata. Nonostante il presidio anti-sfratto organizzato dallo sportello sociale di Sos Fornace il 19 novembre scorso, che aveva permesso di guadagnare tempo prezioso nella speranza di trovare una soluzione, l’amministrazione comunale ha dimostrato nuovamente la sua inadeguatezza nel gestire l’emergenza abitativa”, ha denunciato il centro sociale Sos Fornace, che ha supportato la donna negli ultimi mesi.
Lo stipendio non basta
“Nonostante tutti i suoi sforzi, Tanya non è riuscita a trovare un’alternativa abitativa. Durante questa ricerca, ha dovuto affrontare discriminazioni inaccettabili, come il rifiuto di affittare a famiglie con bambini e pregiudizi legati al suo accento straniero. Inoltre, nonostante un reddito che potrebbe essere sufficiente, le richieste di garanzie, come contratti di lavoro a tempo indeterminato e full time, sono diventate un ostacolo insormontabile per una lavoratrice precaria”, hanno aggiunto dall’associazione, sottolineando come uno stipendio da solo non basti per affittare una casa.
Immagine di repertorio.