Mentre l’uomo stava cercando di portarla in un appartamento, la giovane è riuscita a fare il gesto antiviolenza delle 4 dita nel pugno a una cameriera del fast-food di Milano dove è entrata con la scusa di usufruire della toilette, che ha capito e ha chiamato la polizia, intervenuta poco dopo.
Sono sempre più numerosi i casi in cui le donne riescono a salvarsi grazie al gesto convenzionale antiviolenza, il cosiddetto “signal for help” valido a livello internazionale.
È stato creato durante la pandemia, quando in tutto il mondo le persone sono state costrette a non uscire di casa. Le donne vittime di abusi in famiglia si sono, pertanto, trovate a dover rimanere 24 ore su 24 a stretto contatto con il loro aguzzino senza possibilità di fuga. Da qui la necessità di un segno convenzionale per chiedere aiuto, da mostrare durante le videochiamate, unico contatto con il mondo consentito in quel periodo.
La sua realizzazione è molto semplice: si alza la mano, poi si poggia il pollice sul palmo e si chiudono sopra le altre cinque dita. La scelta di questa soluzione non è causale, perché è stato realizzato per essere immediato ma, soprattutto, per non essere facilmente intercettato. È rapido e può essere confuso facilmente come un gesto di saluto, soprattutto per chi osserva dalla parte posteriore. Il pollice che resta intrappolato tra le altre quattro dita, una resa simbolica che indica la persona che non può scappare.
Può essere fatto facilmente durante una videochiamata, appunto, ma anche in un negozio, alla cassa o in qualsiasi momento, anche per la strada, senza dare nell’occhio. Quando ci si imbatte in una donna, ma anche in un uomo, che fa questo gesto, ci sono diversi modi di intervenire. Di norma, viene consigliato di chiamare il 112 in modo tale che quella persona possa interfacciarsi con personale specializzato in grado di aiutarla.
Per chi è vittima di abusi e di violenze domestiche esiste anche un’altra strada per chiedere aiuto immediato.
È una soluzione smart che ha già salvato decine di vittime: ordinare una pizza chiamando il 112.
Sono numerosi i casi in cui gli operatori del numero di emergenza hanno fatto fronte a questo tipo di richieste mascherate per chiedere aiuto. “Vorrei ordinare una pizza”, è il codice per l’emergenza. “Sei in difficoltà?”, chiede l’operatore e a quel punto, a risposta affermativa del chiamante, parte l’intervento delle volanti verso l’indirizzo che la persona comunica, esattamente come quando si effettua un ordine a domicilio.
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