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taranto

Le sinistre minacce di Hamas in vista del Ramadan: “Nuovi attacchi contro Israele”

Pubblicato il 28 Febbraio 2024

Sono giorni caldissimi per Hamas, impegnata nei negozi indiretti con Israele per arrivare quanto meno ad una tregua. Ismail Haniyeh, capo di Hamas, continua ad avere un atteggiamento a dir poco ambiguo, soprattutto dopo il suo intervento in tv dove da un lato si è detto disposto a trattare, ma allo stesso tempo ha lanciato minacce per nulla velate a Israele dichiarandosi pronto a combattere.

Tregua Israele-Hamas, a che punto è la situazione?

Secondo quanto filtrato dalla radio militare israeliana all’interno di Hamas al momento sta prevalendo la linea del no alla proposta un “cessate il fuoco”. La proposta nello specifico, come ricostruito da Reuters, prevedrebbe una tregua nel periodo del Ramadan e la liberazione di 40 ostaggi israeliani in cambio di 400 detenuti palestinesi.

Basem Naim, dirigente di Hamas, ha detto ad Al Jazeera che “la distanza è ancora ampia” e che restano “molti punti da discutere con i mediatori”. Intanto fonti diplomatiche dell’Egitto, paese impegnato a mediare le trattative, hanno lasciato intendere che ci sarebbe “un accordo preliminare” per tenere un incontro domenica prossima al Cairo per annunciare il raggiungimento di un’intesa.

Come riportato dall’Ansa, anche il quotidiano qatariota Al-Arabi Al-Jadid ha parlato di un’intesa generale raggiunta, aggiungendo però che ci sono ostacoli da superare su alcuni dettagli. Notizie contrastanti, dalle quali si può evincere che anche all’interno di Hamas non c’è comunione di intenti e che forse ci sono due fazioni: una disposta a trattare e l’altra che vuole combattere.

Le minacce di Hamas

Se Haniyeh è stato criptico su un eventuale accordo con Israele, è stato chiarissimo per quanto riguarda le minacce. In tv il capo di Hamas ha esortato i musulmani che vivono in Cisgiordania e a Gerusalemme a marcia fino alla moschea di Al-Aqsa nel primo giorno del Ramadan, cioè domenica 10 marzo.

Inoltre ha chiamato l’Asse della resistenza, che comprende l’Iran, Hezbollah e altre milizie sciite alleate, a riprendere i suoi attacchi contro Israele. La moschea di Al-Aqsa, terzo luogo sacro per l’Islam, si trova sulla Spianata delle Moschee, che per gli ebrei rappresenta il Monte del Tempio dove sorgeva il sacro Santuario di epoca biblica.

L’amministrazione del sito è affidata all’associazione islamica Wagf che opera sotto il controllo giordano, ma è comunque Israele a occuparsi della sicurezza. La chiamata alle armi di Hanyeh sembra confermare gli allarmi lanciati da Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, che aveva dichiarato: “L’obiettivo principale di Hamas è di prendere il Ramadan e trasformare nella fase 2 del piano che ha avuto inizio il 7 ottobre, concentrandosi sul Monte del Tempio e su Gerusalemme, obiettivo che sarà amplificato dall’Iran e da Hezbollah”.