Gli USA e la Gran Bretagna hanno dato il via libera agli attacchi in territorio russo con i missili forniti dal governo Biden, senza dimenticare la fornitura di mine anti-uomo, una doppia mossa che ha fatto infuriare Putin che, definendo la guerra “globale”, si è riservato il diritto di colpire infrastrutture militari di Londra e Washington. Parole sinistre e minatorie quelle pronunciate dal presidente russo in un drammatico discorso alla nazione, durante il quale ha annunciato il test di un nuovo missile balistico ipersonico, l’Oreshnik, su un obiettivo militare in Ucraina.
Kiev aveva denunciato il lancio di un missile balistico intercontinentale, una vicenda sulla quale Mosca si era prima trincerata dietro un “no comment”, per poi rivelare la verità. Il missile sarebbe in grado di colpire obiettivi lontanissimi, anche gli USA, con testate nucleari, una versione smentita da un funzionario americano, secondo il quale si tratterebbe solo di un vettore a medio raggio.
Putin ha invece ribadito che contro questo missile di ultima generazione, capace di viaggiare a 2-3 chilometri al secondo, non esistono difese aeree efficaci. Mosca continuerà a testare il missile nel conflitto con l’Ucraina, scegliendo gli obiettivi in base alle minacce alla sicurezza della Federazione Russa, ma Putin ha rassicurato sul fatto che saranno avvisati anticipatamente i civili per dare loro la possibilità di abbandonare per tempo le aree attaccate.
Poi le minacce chiare rivolte a Londra e Washington, dopo i 6 missili Atacms di produzione americana e un numero imprecisato di Storm Shadow di produzione britannica lanciati contro le regioni russe di Bryans e Kursk tra martedì 19 e mercoledì 20 novembre. In particolare l’attacco con gli Storm Shadow contro la regione di Kursk ha colpito un posto di comando, provocando morti e feriti tra il personale di sicurezza.
“Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che permettono l’impiego delle loro armi contro le nostre strutture” – ha tuonato Putin, aggiungendo che ci sarà una risposta decisa e simmetrica in caso di un’escalation di azioni aggressive. Putin continua quindi a mostrare due volti come un Giano bifronte: da un lato si dice pronto a risolvere pacificamente le questioni irrisolte, ma si dice anche pronto a qualsiasi sviluppo degli eventi.
Intanto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha replicato alle accuse di Putin addossando proprio a Mosca le colpe dell’escalation in Ucraina, aggiungendo che gli USA non hanno motivo di modificare la loro dottrina nucleare, come invece ha fatto la Russia.
In un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, il Cremlino ha comunicato ufficialmente a Washington il lancio del missile balistico Oreshnik attraverso una notifica automatica trasmessa dal Centro per la riduzione del rischio nucleare. L’operazione è stata segnalata 30 minuti prima del lancio, come confermato dal portavoce Dmitry Peskov.
Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che il missile ha centrato un obiettivo preciso: la fabbrica Yuzhmash nell’area industriale di Dnipro, un impianto strategico per l’Ucraina dove si producono componenti aerospaziali e missilistiche.
Un video diffuso su Telegram mostra una sequenza impressionante: sei oggetti, presumibilmente ordigni, cadono al suolo in verticale dopo essersi separati dal missile principale. Questa dinamica suggerisce che l’Oreshnik potrebbe essere dotato di capacità di trasporto multiplo, aumentando la portata e la complessità dei suoi impatti.
Il gesto, oltre a sottolineare l’intensificarsi delle ostilità, solleva interrogativi sulla sicurezza regionale e sulla gestione delle comunicazioni strategiche tra potenze mondiali.
Siamo ormai entrati in una fase delicatissima, una delle più drammatiche del conflitto russo-ucraino, mentre si avvicina l’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca. Il tycoon ha promesso di porre fine a tutte le guerre in atto, e nei giorni scorsi il portavoce Peskov ha lasciato una porta semiaperta dicendo che Putin è aperto a parlare con gli USA.
Tuttavia lo stesso Putin ha criticato aspramente gli Stati Uniti, che hanno stracciato unilateralmente il Trattato sulle forze intermedie nucleari che fu firmato nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, che aveva bandito gli euromissili.
Una decisione presa proprio durante la presidenza Trump, nel 2019. Mosca, come ha riferito Putin, si sentirà quindi libera di schierare missili a corto e medio raggio sulla base delle azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti. Insomma, la situazione resta tesa tra Stati Uniti e Russia benché entrambe le parti si sono dette pronte a sedersi al tavolo e negoziare trattative di pace, anche se al momento sembrano non esserci le condizioni.
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