“Se nelle scuole si insegni”, il ministro Valditara nella bufera dopo il post “sgrammaticato”

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Ha destato molto scalpore la decisione dell’istituto di Pioltello, in provincia di Milano, di chiudere la scuola e sospendere le lezioni in occasione del Ramadan, considerata l’elevata presenza di bambini musulmani nelle classi. La decisione ha fatto sobbalzare dalla sedia il ministro dei Trasporti Salvini, che ha protestato proponendo un tetto massimo di alunni stranieri in ogni classe.

Sulla scia di Salvini si è mosso anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che in una nota via tweet ha ribadito le stesse idee, sostenendo che in ogni classe sia necessaria la maggioranza di studenti italiani per favorire l’integrazione di quelli stranieri.

Sulla questione è stata molto critica Elly Schlein, segretaria del Pd, che ha accusato la destra di voler negare il diritto all’istruzione ai bambini musulmani. Sono piovute ulteriori critiche sul ministro Valditara non solo per il contenuto, ma per la forma che non è molto chiara, sui social. Molti utenti infatti hanno ironizzato sulla sintassi non del tutto chiara e soprattutto su un inciampo del ministro sul congiuntivo.

Il post del ministro Valditara nella bufera

Il post scritto da Valditara risulta piuttosto pesante e macchinoso da un punto di vista della sintassi, tanto che un utente ha ironizzato dandogli 3 per l’analisi logica e 1 per l’analisi del periodo, giudicando “gravemente insufficiente” il suo tweet. Tanti altri hanno invece evidenziato l’errore grammaticale del ministro, in particolare nel passaggio dove dice “se nelle scuole si insegni”.

Altri ancora hanno invitato Valditara a riscrivere in italiano con un’evidente punta di sarcasmo, commentando con ironia che i figli degli extracomunitari nati in Italia avrebbero saputo scrivere meglio il post.

La replica di Valditara

Tra sarcasmo, ironia e indignazione è diventato virale il post di Valditara, che anche in altre occasioni ha sollevato aspre polemiche come quando suggerì di tenere aperte le scuole anche in estate per supportare le famiglie.

Il ministro però, in un successivo post, ha provato a “discolparsi” spiegando che ha dettato il post allo smartphone, prestando più attenzione al contenuto che non alla forma. Infine ha evidenziato che questa polemica sul post “sgrammaticato” rischia di mettere in ombra la questione che ha posto, cioè la necessità della presenza di classi a maggioranza di studenti italiani per favorire l’integrazione degli stranieri.

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Redazione Nazionale

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