Mistero sulla morte di Giovanna Pedretti, diventata virale sui social dopo la recensione su disabili e gay

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Qualche giorno fa divenne virale la recensione di un cliente che si lamentò di essere stato costretto a mangiare vicino a una coppia gay e un ragazzo disabile nel locale “Le Vignole” di Sant’Angelo Lodigiano, in provincia di Lodi, alla quale replicò prontamente la titolare Giovanna Pedretti.

Oggi Giovanna Pedretti, 59 anni, è nuovamente al centro delle cronache ma purtroppo per una notizia tragica: è stata trovata senza vita nel tardo pomeriggio di domenica lungo le rive del Lambro. L’ipotesi è che la ristoratrice, non reggendo il peso degli attacchi mediatici, si sia suicidata.

Un suicidio?

Gli inquirenti, in seguito al ritrovamento della sua Panda beige parcheggiata a pochi metri dalle rive del Lambro e ai segni di ferite ai polsi, al momento propendono per la strada del suicidio, anche se le indagini sono comunque in corso per fare luce sulla vicenda.

Potrebbe essere stata la gogna social alla quale è stata esposta a spingerla ad un gesto così estremo, ma i motivi potrebbero essere anche altri. La donna non ha lasciato alcun messaggio e biglietto d’addio per spiegare il suo disperato gesto, anche se i familiari potrebbero aver colto alcuni segni di turbamento, dettati dal fatto che in questi giorni cade una triste ricorrenza: il suicidio del fratello 13 anni fa in un autolavaggio di Sant’Angelo Lodigiano.

Il marito Nello, dopo diverse telefonate a vuoto, ha denunciato la scomparsa della moglie ai carabinieri di Lodi che poco dopo hanno ritrovato il corpo senza vita della donna sulla riva del Lambro. Sul caso è stata aperta un’inchiesta, al momento senza ipotesi di reato, ed è stata disposta l’autopsia sul corpo della Pedretti.

Il caso della presunta recensione falsa

Giovanna Pedretti è finita sotto le luci dei riflettori dopo aver condiviso sulla pagina Facebook della sua pizzeria “Le Vignole” la recensione di un cliente che si era lamentato del fatto di aver mangiato vicino a una coppia gay e un ragazzino disabile, cosa che lo avrebbe molto infastidito.

Educata ma ferma la replica della Pedretti, la quale aveva sottolineato che il loro locale era aperto a tutti senza discriminazioni, invitando il cliente a non tornare più. La pizzeria “Le Vignole” è nota anche per il suo impegno sociale, come l’iniziativa della pizza sospesa e la collaborazione con l’associazione “Genitori amici dei disabili”.

Sotto al post sono arrivati tantissimi messaggi di solidarietà e di complimenti alla titolare per la sua risposta contro un cliente giudicato intollerante e omofobo. Quei commenti ben presto però si sono trasformati in insulti, poiché è stata messa in dubbio la veridicità della recensione, poi cancellata, che secondo alcuni sarebbe stata scritta in realtà proprio dalla Pedretti.

Il ruolo di Selvaggia Lucarelli

In questa vicenda ha giocato un ruolo Selvaggia Lucarelli, accusata in qualche modo di aver scatenato la gogna mediatica contro la Pedretti. La Lucarelli, che ultimamente ha trovato modo anche di litigare con Fedez, è stata tra le prime a mettere in dubbio la veridicità della recensione e a lei si sono accodati tanti altri utenti social.

Lei però si è difesa e dal suo account X ha scritto: “La gogna di cui qualcuno sta parlando, è stata: un servizio di un tg, un post sui social, una storia su Instagram. La signora non è stata “sommersa” da insulti, ma non si riesce mai a raccontare la verità”.

La giornalista ha inoltre scritto: “In questa triste vicenda ci siano tre protagonisti: a) una persona che purtroppo ha pensato di inventare una storia sfruttando gay e disabili per finire sui giornali. b) i giornali che non hanno verificato la veridicità di uno screen così falso da essere pure ingenuo e hanno spammato su tutte le home la signora con lodi e interviste, dandole una popolarità enorme e spropositata in poche ore. c) una persona che per amor di verità fa un asciutto debunking e spiega che la storia è falsa”.

Infine la Lucarelli ha concluso: “Trovo interessante che purtroppo la persona (di cui non sappiamo nulla) si suicidi e qualcuno ritenga responsabile la c)”.

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Redazione Nazionale

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