Salvatore Buzzi, uno dei principali accusati dell’inchiesta soprannominata “Mondo di Mezzo”, è stato scarcerato dopo quasi un anno di reclusione nel carcere di Catanzaro poiché la Corte di Cassazione ha definito illegittimo e senza titolo l’ordine di esecuzione sul quale si fondava il suo arresto. In poche parole i giudici romani hanno ritenuto ingiustificata la permanenza di Buzzi in cella.
In ogni caso Buzzi deve ancora scontare quasi 5 anni di carcere e il suo legale è al lavoro per far avere al suo assistito una pena alternativa nelle successive settimane.
Lo scorso settembre Buzzi e Carminati furono condannati dalla Corte di Cassazione rispettivamente a 12 anni e 10 mesi e 10 anni di reclusione, una sentenza che pose la parola fine all’inchiesta nota come “Mafia Capitale”.
La Corte Suprema in un primo momento aveva rinviato il processo alla Corte d’Appello, dopo che fu esclusa l’aggravante mafiosa e dopo che fu riconosciuta l’esistenza di due diverse organizzazioni criminali: quella di Buzzi dedita alla corruzione e quella di Carminati alle estorsioni.
La Cassazione, nella sentenza del 2020, non negò che “sul territorio del comune di Roma possano esistere fenomeni criminali mafiosi, come questa Corte ha avuto modo di affermare”, ma allo stesso modo aggiunse che “i risultati probatori hanno portato a negare l’esistenza di una associazione per delinquere di stampo mafioso: non sono stati infatti evidenziati né l’utilizzo del metodo mafioso, né l’esistenza del conseguente assoggettamento omertoso ed è stato escluso che l’associazione possedesse una propria e autonoma ‘fama’ criminale mafiosa”.
In sostanza fu riconosciuta l’esistenza di due organizzazioni criminali, una facente capo a Buzzi e l’altra a Carminati, che però non furono riconosciute di stampo mafioso.
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