“Chi viene da realtà diverse dalla nostra ha l’obbligo di rispettare le regole e i costumi – aggiunge – La pratica di accedere sull’arenile e in acqua con abbigliamenti diversi dai costumi da bagno deve cessare”.
Cisint, esponente della Lega, sottolinea che “non possono essere accettate forme di ‘islamizzazione’ del nostro territorio, che estendono pratiche di dubbia valenza dal punto di vista del decoro e dell’igiene”.
E per far cessare la pratica di accedere all’arenile e al mare vestiti, si intende “applicare un apposito provvedimento a tutela dell’interesse generale della città e dei nostri concittadini”.
Peraltro, aggiunge, “questo inaccettabile comportamento si colloca in un contesto nel quale si riscontrano sempre maggiori lesioni alle norme, ai principi e alle forme che sovrintendono la vita comunitaria, rischiando in tal modo di allargare la frattura nei rapporti fra la grande maggioranza dei monfalconesi e la componente islamica”.
“Mi riferisco – precisa – fra l’altro, alla sempre maggior presenza in città di donne con il burqa, con la integrale copertura del viso che impedisce ogni identificazione ed è evocativo di una visione integralista, che fa parte anche questa della volontà di non rispettare regole e norme dei Paesi di arrivo, in particolare della componente proveniente dal Bangladesh, che registra la presenza più numerosa tra gli stranieri residenti in città”.
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