Pubblicato il 24 Agosto 2024
Nicoleta Rotaru, madre 37enne di due bambine piccole, circa un anno fa fu ritrovato morta nel bagno di casa sua a Padova dove viveva con l’ex marito Erik Zorzi, camionista di 42 anni. A distanza di oltre un anno è finito in carcere proprio il 42enne, che il 2 agosto del 2023 chiamò allarmato l’1-1-8 preoccupato del fatto che l’ex moglie era chiusa in bagno e non rispondeva da almeno 2 ore.
Morta nel bagno, i primi sospetti di suicidio
Era l’alba del 2 agosto 2023, quando Zorzi chiamò l’1-1-8 raccontando di essere molto preoccupato poiché l’ex moglie chiusa in bagno non rispondeva. I soccorritori si precipitarono sul luogo indicato dall’uomo e senza grandi difficoltà riuscirono a sfondare la porta, ritrovando la donna ormai senza vita con una cintura di pelle stretta attorno al collo e la fibbia chiusa all’altezza della nuca. Il medico legale effettuò i primi accertamenti sul corpo, mentre le forze dell’ordine avviarono le indagini.
In casa non c’erano segnali di infrazione, né tanto meno c’erano segni di violenza sul corpo della donna. Inoltre sembra che la porta del bagno, cieco e senza finestre, fosse chiusa dall’interno. Tutto lasciava pensare ad un suicidio, ma le indagini degli inquirenti in realtà hanno scoperto una realtà ben diversa.
I sospetti degli inquirenti
Gli inquirenti notarono molte anomalie durante le indagini, a partire dal fatto che l’uomo parlava della donna come sua moglie, non come ex moglie benché avessero divorziato da poco. Altro episodio sospetto: i soccorritori riuscirono ad aprire senza eccessivi sforzi la porta e il pannello fu facilmente forzato, “come se qualcuno lo avesse riattaccato” secondo uno degli infermieri.
Si è poi scoperto che Zorzi era un esperto di bricolage e amante dei lavori in casa fai da te e, secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe smontato il pannello in legno proprio per far sembrare che la porta era stata chiusa dall’interno, circostanza che avrebbe confermato il suicidio.
La casa degli ex coniugi era tristemente nota alle forze dell’ordine, che spesso erano costretti a intervenire per liti furibonde tra i due che in alcune occasioni arrivarono anche alle mani. Nicoleta aveva anche un fidanzato e desiderava lasciare la casa dove viveva con l’ex marito, ma stava aspettando di avere la conferma di un lavoro a tempo indeterminato.
I vicini hanno ritenuto improbabile l’ipotesi del suicidio, dal momento che sarebbe partita per le vacanze con le figlie il 5 agosto e che stava aspettando di essere assunta a tempo indeterminato. Inoltre molti testimoni hanno parlato di Zorzi come un uomo estremamente geloso, che avrebbe minacciato di morte la moglie se solo avesse provato ad andare via con le figlie.
Incastrato dal cellulare
Nicoleta in più occasioni lasciava il registratore del cellulare acceso, così da documentare le liti e i violenti diverbi che aveva col marito. Proprio la sera del presunto assassinio la donna, rientrata a casa dopo essersi vista col fidanzato, lasciò il registratore acceso che documentò le offese dell’ex marito, la lite e la colluttazione. Inoltre, il telefonino registrò strani rumori compatibili con una porta smontata e con lavori eseguiti per montare velocemente il pannello di legno, secondo la Procura, per far sembrare che la porta era stata chiusa dall’interno.
Il telefono si era scaricato nel corso della notte, ma è stato poi riacceso dagli inquirenti per ritrovare qualche elemento che confermasse il suicidio. Invece hanno trovato molto di più, la registrazione che incastrerebbe l’ex marito della donna finito in carcere e che dovrà comparire per l’udienza preliminare il prossimo 17 settembre.