Il mondo dello sport è ancora sotto choc per la drammatica morte di Matilde Lorenzi, la giovane promessa dello sci azzurro non ancora 20enne deceduta dopo una caduta sugli sci sulla pista rossa Grawand nr.1 sul ghiacciaio della Val Senales.
Il Corriere della Sera ha riportato le dichiarazioni dell’allenatore della ragazza, Angelo Weiss, secondo il quale la sciatrice avrebbe fatto un errore su un tratto pianeggiante della pista sbilanciandosi, sbattendo la faccia e ruzzolando fuori dalla pista. C’è una piccola rete a delimitare i margini della pista, ma secondo i tecnici non sarebbe stato necessario un rinforzo poiché l’incidente è avvenuto in un tratto della pista piuttosto semplice da affrontare, dove non è mai successo nulla.
Dopo le verifiche gli inquirenti hanno ritenuto che la pista fosse a norma e che i requisiti di sicurezza siano stati rispettati. Dopo che la Lorenzi è morta all’ospedale di Bolzano per un’emorragia interna, la Procura di Bolzano ha dato il nulla osta per il funerale, a dimostrazione che la tesi dell’incidente sia stata accettata.
Alla luce di questo tragico incidente ci si pongono delle domande sulla sicurezza nel mondo degli sci. Pietro Gros, campione olimpico degli anni ’70, ha detto che molto dipende da come si cade. “Anche cadendo a 50 km/h, una persona di 60 kg fa un bel botto” – ha detto lo sciatore, aggiungendo che ai suoi tempi venivano usate balle di fieno come protezione. A suo modo di vedere gli airbag sono una buona soluzione, soprattutto nelle gare, mentre boccia i caschi integrali.
Come riferito da Repubblica, sono obbligatori già da questa stagione nelle gare gli airbag, prodotti da Dainese, che li fece debuttare nella Moto Gp e poi li ha portati nello sci. Un algoritmo, in grado di identificare una situazione pericolosa, fa attivare e gonfiare un airbag in una frazione di secondo. Tra l’altro in commercio sono disponibili anche tute anti-taglio, ma sono facoltative e non sono particolarmente gettonate tra gli sciatori, che puntano alla sicurezza ma anche al comfort per poter impostare le traiettorie preferite e migliorare le loro prestazioni.
Maria Rosa Quario, giornalista, ex sciatrice e madre di Federica Brignone, ha detto la sua sul tragico incidente di Matilde Lorenzi: “Fede mi ha raccontato la dinamica, credo che si tratti di una tragica fatalità”. La Quario, detta “Ninna”, ha inoltre precisato che la morte della povera ragazza non è stata causata dalla velocità: “Se cadi cento volte ti va bene” – ha detto – “a meno che non lo decida il destino”.
Si è poi detta rassicurata del fatto che la figlia Federica indossi gli air bag durante la discesa, poiché non tutte le sciatrici lo fanno. Ha infine fatto un’amara considerazione: benché siano stati fatti molti passi avanti nella sicurezza dello sci, resta uno sport che nasconde le sue insidie e i suoi pericoli. “Non puoi sciare con uno scafandro addosso, devi essere dinamico. Questo è lo sci” – ha osservato.
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