Pubblicato il 20 Giugno 2024
E’ morto dopo 48 ore di agonia Satnam Singh, bracciante indiano di 31 anni, che era ricoverato in condizioni critiche all’ospedale San Camillo di Roma. Singh è deceduto ieri, a causa dell’amputazione traumatica del braccio destro, gravi ferite alle gambe e una devastante emorragia. Un’agonia che ha coinvolto, e sconvolto, anche la giovane moglie Alisha, che non lo ha abbandonato neanche per un momento.
L’Inizio della Tragedia e le Indagini
L’incidente è avvenuto lunedì scorso nelle campagne di Borgo Santa Maria, dove Singh lavorava per un imprenditore locale, Antonello Lovato, 38 anni. Lovato è ora indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso. Secondo quanto riportato dai colleghi del Corriere della Sera, l’uomo sarebbe accusato di aver abbandonato Singh e sua moglie davanti alla loro abitazione, senza prestare l’assistenza necessaria, dopo aver percorso diversi chilometri su un pulmino.
“C’era sangue ovunque, credevo che ci portassero in ospedale,” ha dichiarato Alisha sempre al Corriere, confermando che le sue suppliche di soccorrere il marito sono state ignorate.
Le Condizioni di Lavoro e il Caporalato
Satnam Singh, noto come “Navi” tra i suoi conoscenti, era impiegato nelle campagne pontine, pagato appena qualche euro all’ora per la raccolta di frutta e ortaggi. La sua tragica morte ha acceso i riflettori sulle dure condizioni di lavoro e il fenomeno del caporalato nella zona.
Le Indagini Continuano
Le autorità stanno ora indagando per chiarire se Lovato fosse l’unico presente sul luogo dell’incidente o se vi fossero altri lavoratori irregolari che sono fuggiti subito dopo. “Sono stato preso dall’agitazione, ma poi ho chiamato i soccorsi,” ha detto l’imprenditore sempre al Corriere. Le telefonate al 112 e i tempi dei soccorsi sono attualmente al vaglio degli inquirenti per ricostruire esattamente l’accaduto.