Pubblicato il 2 Novembre 2024
Non ce l’ha fatta Massimiliano Galletti, soccorritore volontario della Protezione Civile di 59 anni, morto a Kiev lo scorso lunedì 28 ottobre dopo essere stato ferito dalla scheggia di una granata.
Chi era Massimiliano Galletti
Massimiliano Galletti, originario di San Benedetto del Tronto, operava come volontario e prestava assistenza medica ai combattenti feriti in prossimità di Kiev. Operava nelle retrovie come paramedico, ma è stato comunque ferito dalla scheggia di una granata che ne ha provocato la morte.
Giorni di terrore e di ansia per la moglie Donatella Scarponi, che era stata informata dal Commissariato che suo marito era morto in seguito alle gravissime ferite riportate dopo lo scoppio della granata, ma non sapeva dov’era e con chi era il suo corpo. Come lei stessa ha confermato non era un combattente, poiché non sapeva neanche tenere un fucile in mano.
Galletti era partito per la sua prima missione 2 anni fa, in Polonia, insieme alla Protezione Civile italiana aiutando gli sfollati che scappavano dalla guerra. Ritornato a San Benedetto, si era subito riorganizzato con un amico sardo per partire nuovamente alla volta dell’Ucraina, prestando servizio come paramedico nelle retrovie del fronte. Da circa un mese i familiari non avevano più contatti con lui, dopo che l’uomo era stato ferito gravemente da una granata durante gli scontri tra l’esercito russo e ucraino.
Il ritorno della salma in patria
Antonio Spazzafumo, sindaco di San Benedetto del Tronto, ha incontrato la moglie e le sorelle di Galletti, alle quali ha comunicato che si sta impegnando in prima persona per velocizzare il ritorno della salma in patria. Galletti era un dipendente comunale, in aspettativa proprio per questa missione umanitaria. Era un paramedico ed era impegnato con le unità cinofile alla ricerca di persone morte o ferite durante gli scontri al fronte. La Questura di Ascoli è in contatto con il Ministero degli Esteri per velocizzare le pratiche per il rientro della salma.
Spazzafumo ha riferito all’Ansa che l’iter burocratico in Italia ha fatto il suo corso e sembrava tutto pronto per il rimpatrio della salma, però ci sono ancora delle cose da sistemare in Ucraina. Il sindaco aveva incontrato Galletti pochi mesi fa negli uffici del palazzo comunale e ci aveva parlato poco prima che lui partisse in missione per l’Ucraina.
Il messaggio straziante della figlia
Galletti agli occhi della comunità è un eroe, ma lo è soprattutto agli occhi della figlia che ha voluto tributare un ultimo saluto al padre. Ha scritto che sin da bambina ha sognato di avere un marito come il padre, che la trattasse come una principessa come faceva lui. Lo ha elogiato poiché lui l’ha sempre confortata, usando le parole giuste, e proprio ora che ha più bisogno di lui non c’è. “Ma so che sei volato via da eroe, l’eroe che sei sempre stato per me e per tutte le persone che hai salvato in questi anni. Sono orgogliosa di te come padre, ma soprattutto come uomo sarai sempre nel mio cuore” – ha scritto la figlia.