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Morte di Satnam: da cinque anni quella azienda, ed altre, erano sotto inchiesta per “caporalato”

Cinque anni dopo l’avvio delle indagini per caporalato, la morte di Satnam Singh all’Agrilovato evidenzia ancora condizioni di lavoro disumane nelle campagne pontine. L’azienda coinvolta continua la produzione senza interruzioni e senza controlli adeguati

Pubblicato il 24 Giugno 2024

Neanche la tragica morte di Satnam Singh ha fermato la produzione presso l’Agrilovato, l’azienda presso la quale l’uomo lavorava assieme alla moglie ed a altre decine di disperati. Un’azienda che, come riporta la collega Monica Forlivesi de Il Messaggero, è sotto indagine per caporalato, indagini avviate cinque anni fa.

Renzo Lovato e le Sue Parole: Un Tragico Incidente

Renzo Lovato, titolare dell’azienda, nei giorni scorsi ha cercato di commentare quanto accaduto al povero Satnam: «Gliel’aveva detto mio figlio di non avvicinarsi a quel macchinario, ma lui ha fatto di testa sua, una leggerezza, una leggerezza che è costata cara a tutti. Dispiace, un ragazzo morto sul lavoro, non dovrebbe succedere mai». Dal 2019, Lovato è sotto indagine per caporalato.

Le Tempistiche dell’Indagine

L’indagine, conclusasi un anno fa, ha visto i carabinieri del comando di Latina notificare l’avviso di chiusura delle indagini a Lovato e ad altri quindici imprenditori agricoli delle zone di Sabaudia, San Felice Circeo e Terracina. Nelle carte dell’inchiesta si sottolineano condizioni di lavoro disumane: lavoratori costretti a vivere in baracche fatiscenti, peri quali devono pagare anche 100 euro al mese, lavorare per ore senza pause e senza accesso ai servizi di base.

Condizioni di Lavoro e Sfruttamento

I lavoratori erano soggetti a turni massacranti con stipendi irrisori, spesso costretti a lavorare dall’alba al tramonto. Le indagini hanno rivelato che le condizioni di sfruttamento violavano le normative e i diritti dei lavoratori, con una media di 48 ore settimanali su sei giorni, senza straordinari, malattie o riposi.

Nessuna Misura Cautelare, 16 Indagati

Nonostante il quadro desolante, non sono state disposte misure cautelari dal giudice. Tuttavia, 16 persone, tra cui Renzo Lovato, sono indagate e la decisione sul loro eventuale rinvio a giudizio è attesa per luglio. Gli imprenditori sono accusati di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, inosservanza delle norme di sicurezza, inottemperanza agli obblighi di formazione e vigilanza.

La Storia dell’Indagine: Operazione “Jamuna”

L’operazione “Jamuna”, condotta dal Nucleo investigativo e dall’Ispettorato del lavoro di Latina sotto la direzione della Procura pontina, ha documentato lo sfruttamento del lavoro nelle campagne, con un sistema radicato che ha coinvolto sei società e decine di lavoratori. Secondo le accuse, Renzo Lovato e altri imprenditori si avvalevano dell’intermediazione di due cittadini del Bangladesh per l’assunzione di manodopera a condizioni di sfruttamento.