«Non sto bene». Queste sono state le parole di Antonello Lovato messe a verbale durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Giuseppe Molfese e al pubblico ministero Marina Marra, che conduce l’inchiesta. Lovato, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte del bracciante Satnam Singh, si è avvalso della facoltà di non rispondere, dichiarando di non dormire, non mangiare e di essere agitato. Per motivi di sicurezza, è stato disposto il suo trasferimento in un altro carcere.
L’interrogatorio, fissato alle 13:30 nel carcere di via Aspromonte a Latina, è durato solo pochi minuti, giusto il tempo di aprire e chiudere il verbale. Lovato, assistito dagli avvocati Mario Antinucci, Stefano Perotti e Valerio Righi, ha scelto il silenzio. «Non facciamo nessuna dichiarazione. Il mio assistito non sta in buone condizioni di salute», ha dichiarato l’avvocato Antinucci all’uscita dal carcere.
Nell’ordinanza cautelare, il giudice ha ripercorso i quattro momenti salienti della condotta di Lovato. Nonostante il suo stato emotivo dichiarato, Lovato ha caricato il corpo di Satnam Singh sul furgone, lo ha abbandonato insieme all’arto amputato, si è allontanato rapidamente e ha ripulito le tracce di sangue dal veicolo. La Procura ha evidenziato la necessità di applicare la misura cautelare più grave della custodia in carcere per recidere i contatti con l’esterno di Lovato.
Il pm, nella richiesta di applicare la misura restrittiva, ha sottolineato che Lovato non solo ha abbandonato Satnam Singh agonizzante, ma ha anche cercato di eliminare le tracce: ha lavato il furgone, spostato i mezzi coinvolti nell’incidente e sottratto i telefoni cellulari di Satnam e della moglie. In questo modo, Lovato ha accettato il rischio di causare la morte del bracciante, avvenuta per shock emorragico causato dall’amputazione del braccio destro, derivato dal mancato tempestivo soccorso.
Lovato, in quanto datore di lavoro, si trovava in una posizione di garanzia nei confronti di Satnam Singh. Non ha allertato i soccorsi, impedendo che fossero prestate le cure necessarie. Il macchinario utilizzato per il lavoro, inoltre, era di fattura artigianale. La condotta colposa di Lovato ha causato il danno vitale al lavoratore.
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